Tema 2015: diritti negati

Diritti negati: questo il tema che il Forum trentino per la pace e i diritti umani propone per il 2015. Una scelta attuale, tanto che lo stesso Presidente della Repubblica neoeletto, Sergio Mattarella, nel suo primo discorso, ha evidenziato come “Garantire la costituzione… Significa libertà… come pieno sviluppo dei diritti civili, nella sfera sociale come in quella economica, nella sfera personale e affettiva”.

I diritti, quindi, come unica vera risposta ai segnali di crisi e sofferenza che caratterizzano l’odierno scenario politico nazionale e internazionale.
“Non si costruisce una società di pace e poi si affermano i diritti, ma è affermando i diritti che si costruisce una società di pace”, sostiene la Vicepresidente, Violetta Plotegher. “Esistono dei principi universali che dobbiamo continuamente riaffermare e condividere. E non solo nei contesti lontani, in cui vigono la legge delle armi e della guerra, ma anche nelle nostre comunità e nella nostra vita di tutti i giorni.”
I diritti si conquistano, ma non sono dati una volta per tutte; vanno riconosciuti, riconfermati, ri-condivisi perché a volte rischiano di essere così scontati da risultare, per l’appunto, negati.

Foto: i cartelloni pubblicitari esposti nella città di Trento a gennaio 2015.

 

Questo è il punto di partenza per le nuove azioni del Forum, che vuole così ribadire l’urgenza mai scemata del riconoscimento delle istanze di ciascuno: “La responsabilità che dobbiamo assumere e condividere – tra istituzioni e società civile – è di supportarci vicendevolmente nell’affermazione dei diritti come via per arrivare a una pace duratura”, afferma il Presidente Massimiliano Pilati. “Il Forum – aggiunge – è un soggetto di collegamento tra associazioni ed enti che hanno come finalità la cultura della pace e della convivenza e che lavorano in questa direzione, sia nella nostra provincia sia in territori lontani e spesso dimenticati. La nostra mission è sostenere questo impegno silenzioso di cittadini comuni, volontari, amministratori, a volte trascurato dalle cronache. E vogliamo farlo attraverso un confronto continuo, per permettere a tutta la nostra comunità di dialogare e crescere in una cultura di pace”.

Per questo il logo dell’iniziativa evoca l’azione comune e condivisa: delle mani che insieme cancellano la negazione del diritto. Sono braccia anonime, ma che al contempo hanno il volto di ognuno di noi: tutti possiamo e dobbiamo fare la nostra parte.