Avere vent’anni: l’appello

Si avvicina il 20esimo anniversario del G8 di Genova.

Noi, lì, non c’eravamo: siamo un gruppo di ragazze e ragazzi della generazione Z attivi tra rappresentanza studentesca, associazioni, nel nostro quotidiano.

Siamo state e stati coinvoltз da Forumpace, Arci del Trentino e dalla libreria due punti, insieme ad alcune ricercatrici e alcuni ricercatori dell’Università di Trento perché un anniversario ha più senso se è memoria viva e vivente, analisi di quello che è stato, che è e che sarà.

I fatti di Genova sono stati lo spartiacque di una generazione che non è la nostra ma che, in qualche modo, hanno influenzato anche noi. Genova ha mille significati: lo scopo di questo appello è raccoglierli e condividerli in un’assemblea pubblica venerdì 9 luglio dalle 18.00 alle 19.30, al parco della Clarina (giardino Maria Teresa d’Asburgo).


Istruzioni per l’appello:

* Cos’è per te il movimento? Per raccontarcelo, ci sono tre modi.

Puoi trovare dei cartelloni, alla libreria due punti e al Café de la Paix, dove scrivere la tua parola, le tue parole. Se vuoi puoi firmarti con nome ed età.

Puoi passare dai profili Instagram del Gruppo Giovani di Amnesty Trento, di Polieticus, di UDU Trento e della Rete degli Studenti Medi di Trento, oltre che da quelli del Forumpace, di ARCI del Trentino e della libreria due punti, e rispondere alle storie che pubblicheremo giorno per giorno.

Puoi scriverci, su Facebook, Instagram o via mail e inseriremo noi le parole.

* Per restare aggiornatз sulle parole raccolte visita il padlet.

* Vieni a raccontarci la tua parola e a sentire quelle degli altri venerdì 9 luglio alle 18.00 al parco della Clarina: ti aspettiamo!

R_Esistenze: la Giornata Mondiale del Rifugiato 2021

R_Esistenze” è stato il titolo della Giornata mondiale del Rifugiato di quest’anno: un’iniziativa pensata e voluta per riflettere sulle strategie positive messe in campo ma anche per guardare allo stato dell’arte e interrogarci su come cambiare il contesto esistente.

Qui in Trentino così come nel mondo.

Laboratori creativi, la presentazione del libro Vicini lontani di Angela Tognolini. E, ancora, musica, cinema, giochi e incontri, camminate. L’edizione di quest’anno della Giornata mondiale del Rifugiato è stata tutto questo: l’occasione per rivederci dopo molto tempo, il modo per tornare a rendere visibile tutto quello che, sul nostro territorio, viene fatto ogni giorno, l’occasione per pensare a quanto ancora dobbiamo fare.


Giornata internazionale delle Fasce Bianche

Ancora una volta ci saremo. In silenzio. In piazza. Fermi.

Saremo a ricordare ciò che troppi cercano di dimenticare, di cancellare, di far sparire. Saremo a recitare i nomi di quei 102 bimbi morti in una guerra senza senso. Saremo in piazza con le nostre fasce bianche, perché i segni della
discriminazione, dell’ingiustizia, della disuguaglianza, dell’orrore, sono uguali ovunque.

Anche quest’anno vogliamo ricordare, assieme a tutte le città che in Regione, in Italia, nel Mondo hanno deciso di dedicare quel momento del 31 maggio al ricordo.

Sono più di 80 le città del Mondo che con Prijedor, in Bosnia, vogliono ricordare cosa accade quando una guerra finisce e non arriva la pace. Nella Bosnia di oggi, che vuole entrare nell’Unione Europea, quasi 25 anni dopo la guerra che dissolse la ex Jugoslavia la pace è lontana. Nelle cancellerie degli Stati vicini si elaborano documenti per dissolverla definitivamente, spartendola fra una Grande Serbia e una Grande Croazia.

La fine della guerra non ha unito i popoli. I giovani sentono ancora raccontare storie differenti. Si educa alla divisione. Si insegna l’indifferenza, quando non si insegna l’odio. Ancora non c’è pace, in Bosnia.

La ricchezza non è distribuita equamente. La democrazia resta un miraggio. Nella nostra indifferenza crescono le ingiustizie, le violazioni, le povertà. La Bosnia, Prijedor e le sue fasce bianche, sono un buon modo per ricordare le nostre responsabilità. Sono un’ottima ragione per costringerci ad un impegno: costruire la pace ovunque, partendo da qui, da casa nostra.

Saremo in piazza, in silenzio, per questo. Perché la pace è una cosa che ci riguarda.

Usare i fondi del PNRR per promuovere pace e diritti umani

Accolta la proposta di risoluzione 90 con cui il Consiglio impegna la Giunta provinciale per trasmettere al Governo nazionale e alla Commissione Europea l’appello promosso dal Forumpace sull’impiego dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza al fine di promuovere la tutela della pace, della giustizia, dei diritti umani, della democrazia, del benessere collettivo, compreso quello delle generazioni future.

Il Consiglio, con questa risoluzione, chiede anche l’intervento da parte delle istituzioni nazionali ed europee per far sì che il PNRR assicurino l’investimento dei fondi in processi di sviluppo civile e non sulle armi, coerentemente con i principi costituzionali e con quanto stabilito dall’articolo 1 della legge provinciale del 10 giugno 1991, n.11.

Cambiamo Rotta

“Cambiamo rotta!” è lo slogan al centro della campagna di sensibilizzazione sulla situazione dei migranti che attraversano la rotta balcanica nel tentativo, per lo più vano, di raggiungere l’Europa.

A lanciare l’iniziativa, aperta a quantз vorranno contribuire, è una rete compatta di sei realtà locali: Diocesi, Ipsia (Acli), Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa/CCI, Forum Trentino per la Pace, CNCA del Trentino, Movimento dei Focolari.  

Prima che un appello cristiano, questo è un appello umano“, ha ricordato don Cristiano Bettega, delegato Area Testimonianza e Impegno sociale della Diocesi di Trento, durante la conferenza stampa di presentazione della campagna.

L’obiettivo è richiamare l’attenzione deз trentinз su quanto sta accadendo lungo la rotta balcanica e che si inserisce in un contesto complesso che “va raccontato, va spiegato, va compresa e capita dalla nostra società civile”, come ha ricordato il nostro Presidente Massimiliano Pilati durante la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa.

A soli 500 chilometri dalla nostra Provincia, centinaia di persone tentano di arrivare nel Vecchio Continente: ad attenderli trovano quasi sempre confini sbarrati. E un destino da profughi nei campi di accoglienza, dove operano anche volontari trentini, coordinati da Ipsia. 

“Ci sono organizzazioni e persone – e anche volontari trentini – che lavorano in quei campi, in quelle zone, con quelle persone”, sottolinea Roberto Calzà, Referente Pastorale della migrazioni della Diocesi di Trento: la campagna, dunque, punta anche a raccogliere fondi per sostenere quelle attività, in particolare nel campo profughi di Lipa, in Bosnia Erzegovina.

Con i finanziamenti si vorrebbe anzitutto realizzare una lavanderia, fondamentale per garantire un’igiene basilare e scongiurare la diffusione della scabbia.

Da sinistra a destra: Olha Vozna, coordinatrice Ipsia (Acli); Emiliano Bertoldi, coordinatore di Atas per CNCA;  Francesca Lunardi, Movimento dei Focolari; don Cristiano Bettega, delegato Area Testimonianza e Impegno sociale della Diocesi di Trento; Massimiliano Pilati, Forum trentino per la pace e i diritti umani; Nicole Corritore, Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa/CCI; Roberto Calzà, Referente Pastorale della migrazioni della Diocesi di Trento.

La campagna di sensibilizzazione si pone l’obiettivo di suscitare maggiore consapevolezza su questa ferita aperta nel cuore dell’Europa, negli stessi territori insanguinati dalla guerra degli anni Novanta. Una ferita che ci riguarda profondamente: la rotta balcanica – è sempre più evidente – non ha come destinazione l’Italia ma la ricomprende, attraversandola in direzione dei passi alpini piemontesi o lungo la direttrice del Brennero.

L’intera iniziativa vedrà un evento di lancio sabato 29 maggio, alle ore 17.30, in occasione della Giornata internazionale dei Peacekeepers, i promotori di pace, data significativa anche per la storia del Trentino in quanto, quel giorno, si ricorda anche il martirio di Sisinio, Martirio ed Alessandro: l’iniziativa sarà trasmessa dalla Sala Conferenze della Fondazione Caritro in streaming sul canale YouTube della Diocesi di Trento (Servizio Comunicazione), sulle pagine Facebook di Vita Trentina e OBC Transeuropa e in TV su Telepace Trento.

Ai saluti istituzionali, seguiranno ospiti in presenza e in collegamento dalla Bosnia: tra loro l’ambasciatore d’Italia a Sarajevo, Nicola Minasi e i volontari attivi sul campo. Coordina Nicole Corritore, giornalista di OBC Transeuropa/CCI. 

A sostegno della campagna “Cambiamo rotta!” è stato realizzato anche un video-reportage (la regia è del giornalista-videomaker Paolo Martino, collaboratore di OBC Transeuropa/CCI) che raccoglie, tra le altre, la testimonianza di due giovani migranti, arrivati di recente in Trentino dopo aver attraversato con grande difficoltà la rotta balcanica.


Per contribuire, con la causale PROGETTO BALCANI:   

Opera Diocesana Pastorale Missionaria Cassa Rurale Alto Garda IBAN: IT 28 J 08016 05603 000033300338. Conto corrente postale n. 13870381.  

Per i privati che usufruiscono della DETRAZIONE IRPEF Opera Diocesana Pastorale Missionaria – sezione ONLUS Cassa Rurale Alto Garda IBAN: IT 70 L 08016 05603 000033311172. Conto corrente postale n. 30663371.

Per ulteriori informazioni:

Stop all’escalation di violenza tra Palestina e Israele

Il Forum Trentino per la Pace e i Diritti umani esprime ancora una volta la propria costernazione davanti alla recrudescenza del conflitto israelo-palestinese e alle gravi conseguenze per la popolazione civile.

Palestine 2009. Israel’s Wall in Bethlehem, West Bank.

La terribile escalation di violenza fa seguito all’appoggio istituzionale e militare concesso ai coloni israeliani per espellere i palestinesi dalle loro case in diversi quartieri di Gerusalemme Est, in un contesto segnato dall’inazione e dall’impotenza della comunità internazionale.

Il mondo intero ha assistito per settimane alle provocazioni di fanatici coloni israeliani in marcia sulla città vecchia, seguite dalla chiusura ai palestinesi dei luoghi santi sulla Spianata della Moschea per la fine del Ramadan.

Questi atti sono la conseguenza di un più generale allontanamento da ogni tipo di negoziazione e di ricerca della pace da parte degli ultimi governi israeliani. I comunicati di rito delle istituzioni internazionali non bastano più a ristabilire il precario equilibrio sociale nella terra di Palestina e in Israele, dove quest’ultimo solo poche settimane fa è stato definito un “regime di apartheid” dalle voci autorevoli di Human Rights Watch e dell’organizzazione per i diritti umani israeliana B’Tselem. È assolutamente necessario, come più volte ribadito dall’ONU, che anche allo Stato di Israele venga imposto di applicare il diritto internazionale: deve cessare la mancanza di accountability, di responsabilità per le violazioni compiute.

Nel contempo la leadership palestinese ormai soffre di una debolezza cronica, diretta conseguenza delle difficoltà giuridiche, economiche e sociali derivanti dall’occupazione militare. Il comportamento del governo israeliano è chiaramente ostile allo svolgimento delle elezioni nei territori palestinesi, pertanto ancora una volta dovrebbe essere l’Unione Europea ad assumersi la responsabilità di vigilare sulla fine delle violazioni dei diritti umani e per una ripresa di un processo di pace.

Il Forumpace, in sinergia con le organizzazioni che lavorano in quei territori (come l’Associazione “Pace per Gerusalemme”) continuerà a favorire il dialogo tra i popoli palestinese e israeliano. Fermamente chiediamo che l’Italia si faccia promotrice di un’azione diplomatica di pace e di rispetto del diritto internazionale presso le Nazioni Unite e l’Unione Europea con lo scopo di:

  • fermare questa nuova ondata di violenza, intimando ad Hamas di fermare il lancio dei razzi ed al governo israeliano di fermare qualsiasi tipo di ritorsione e di rimuovere l’assedio a Gaza;
  • impiegare tutti gli strumenti politici, diplomatici e di diritto internazionale per fermare l’espropriazione e la demolizione delle case a Gerusalemme Est;
  • esigere dal governo israeliano di rimuovere tutti gli ostacoli alla realizzazione di elezioni libere e regolari in Cisgiordania, Gerusalemme Est e nella Striscia di Gaza, come previsto dagli accordi di Oslo, firmati dalle parti;
  • sostenere e assistere l’Autorità Nazionale Palestinese per l’organizzazione e la realizzazione del processo elettorale;
  • inviare osservatori internazionali neutrali per monitorare il processo elettorale;
  • fermare a livello nazionale ed europeo la cooperazione militare con lo Stato di Israele, in quanto parte funzionale e integrante del sistema repressivo e di occupazione militare dei territori palestinesi;
  • agire in sede ONU per un immediato riconoscimento dello Stato di Palestina come membro a pieno titolo delle Nazioni Unite, per permettere ai due Stati di negoziare direttamente in condizioni di pari autorevolezza, legittimità e piena sovranità

Invitiamo la popolazione trentina a partecipare, nel rispetto delle precauzioni sanitarie, al presidio per la pace in Palestina che si svolgerà sabato 15 maggio, anniversario della Nakba, a Trento in Piazza Duomo alle ore 16:00.


Il Presidente – dott. Massimiliano Pilati

Torna Liberi&Libere di Essere

Dal 4 maggio al 3 giugno torna “Liberi e Libere di Essere”, la rassegna di eventi a tema LGBTI+ promossa da Arcigay del Trentino con altre associazioni del territorio.

Dieci gli incontri in calendario, organizzati per celebrare il 17 maggio – Giornata internazionale contro l’omobitransfobia – e per promuovere la cultura dell’inclusione. Tanti i temi proposti: si parlerà di bisessualità, famiglie arcobaleno, linguaggio inclusivo, coming out sul luogo di lavoro, amore e diritti, violenza di genere online, letteratura per l’infanzia, diritti LGBTI+, pregiudizi e stereotipi su orientamento sessuale e identità di genere. Gli appuntamenti saranno proposti in parte online e in parte in presenza.

Un programma ricchissimo, che rilancia il dibattito sui linguaggi e sulla cultura, sul lavoro e sulle lotte della comunità LGBTI+, contro pregiudizi e stereotipi.

CALENDARIO DEGLI APPUNTAMENTI (clicca sui titoli per approfondire)

Valori costituzionali, democrazia, dignità delle persone: questa è la vera voce dei trentini

E’ molto difficile contenere lo sdegno per quanto apparso sul quotidiano online La voce del Trentino, proprio il giorno in cui si festeggia la liberazione dalla dittatura.

L’articolo, “25 aprile: liberati da che? ”, già fortemente criticato, mette in fila una sequenza aberrante di affermazioni, cercando di farle passare come un sentire comune.

Per chi vuole sottoscrivere, è aperta petizione su Change.org:

No, non esiste un sentire comune che auspica un ritorno alla dittatura o che pensa che l’invasione nazista, col suo carico di morte e distruzioni, sia paragonabile alla presenza di immigrati.

Non esiste un sentire comune che pensa che un albanese, un nordafricano, un nigeriano siano buoni solo come braccia da sfruttare o solo quando sono morti.

Non metta il redattore di queste infamie in bocca alla comunità trentina sentimenti ed idee frutto della sua spaventosa disumanità: non ne ha titolo, non ne ha alcun diritto, perché NO, QUESTA NON È LA VOCE DEL TRENTINO.

Se ne assuma la responsabilità diretta e si dichiari per ciò che è. Quando sostiene che solo una piccola parte dei 47 mila immigrati in Trentino sono brave persone, e che le altre siano dedite a spaccio, rapine, atti di delinquenza, stupri; quando scrive della messe di contributi provinciali che gli immigrati utilizzano per finanziare le loro organizzazioni criminali; quando parla dei figli degli immigrati come portatori di cultura violenta e arretrata, responsabili, con “con la scusa dell’integrazione” del rallentamento dei programmi scolastici; quando parla di esercito nelle strada: ecco, tutto questo richiama sinistramente modelli già sentiti usati dalla propaganda nazista, da quella fascista (fu Benito Mussolini a suggerire questa strategia con il suo motto: “Bisogna scavare nel risentimento della gente”), da quella di James Schwarzenbach, che promosse un referendum nel 1970 per cacciare tutti gli italiani dalla Svizzera, perché “Sono troppi, ci rubano i posti migliori, lavorano per pochi soldi, occupano i letti negli ospedali, sono rumorosi, non si lavano” o dall’Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso degli Stati Uniti, che nell’ottobre 1912 cosi scriveva degli italiani: “Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro”.

C’erano trentini, veneti, friulani, lombardi, molta gente del Sud.

Nel nostro caso, i comportamenti di pochi, che attengono alla sfera personale, perché tali sono le responsabilità che vanno perseguite senza esitazione, diventano la colpa per una intera etnia, per una appartenenza, per una condizione; sia essa di lavoratore integrato, che di richiedente asilo, che di profugo.

Ora basta, davvero basta spargere costantemente il seme dell’odio, della divisione, della frantumazione.

Ribadiamo che ci sono limiti che non possono essere valicati, pena portare il confronto su un piano che una comunità che si rifà ai valori della Costituzione non può tollerare, senza vederne minate le fondamenta.

I firmatari

  • Luca Oliver ACLI del Trentino
  • Sandra Dorigotti ALFID Trento
  • Mario Cossali ANPI del Trentino
  • Andrea La Malfa ARCI del Trentino
  • don Cristiano Bettega, delegato dell’Area Testimonianza e Impegno sociale della Arcidiocesi di Trento
  • Claudio Bassetti CNCA Trentino Alto adige
  • Giorgio Casagranda CSV
  • Massimiliano Pilati FORUM TRENTINO PER LA PACE
  • Fabio Pipinato IPSIA del Trentino
  • Chiara Simoncelli LIBERA TRENTINO 
  • Egon Angeli UISP Comitato Trentino
  • Andrea Grosselli CGIL
  • Michele Bezzi CISL
  • Walter Alotti UIL
  • ACSET- associazione comunità senegalese del Trentino
  • MAMME PER LA PELLE

Per chi vuole sottoscrivere, è aperta petizione su Change.org: