Capire, conoscere, immaginare, cambiare: oltre la nostra insostenibilità

La prima fase del progetto Vivila in 3D si sta avviando alla sua conclusione: dopo la lettura delle etichette e il riuso, la campagna immaginata, progettata e realizzata da tantз ragazzз, in servizio civile e non, affronta la sua terza call to action: vivere e scegliere modi per produrre in modo più sostenibile.

Capire per conoscere, conoscere per immaginare, immaginare per cambiare. 

Per una produzione sostenibile cerchiamo di capire quali siano i maggiori problemi da affrontare, conoscere le vie esistenti e immaginare modalità di cambiamento per agire, in prima persona.

Produzione sostenibile – Vivila in 3d

Il punto di partenza di questa riflessione sembra lontano: il tempo inteso come risorsa, sfruttato ferocemente e piegato alla logica del “poter fare” tutto, a prescindere da tutto. In questo si rispecchia una produzione che estrae le risorse, distorce i rapporti, determina un sistema fatto “di sfruttamento, svalutazione della cura, distruzione degli strumenti di welfare pensati per bilanciare i ritmi – i tempi – di vita delle persone”.

Foto di Mike van Schoonderwalt da Pexels

A questa si contrappone “un modo di produrre sostenibile e consapevole, che guarda alle risorse in modo ragionato, che concepisce il tempo anche al di là della sua natura produttiva”: un tempo diverso cui corrisponde una produzione diversa. Alla base di tutto, la necessità di fare delle scelte per andare oltre l’idea – illusoria – del progresso infinito.

Come per le altre call-to-action, anche in questo caso il viaggio di Vivila in 3D indaga le dimensioni della sostenibilità con uno sguardo miope, aperto, attento all’impatto che possono avere le azioni individuali, le pratiche collettive e le politiche pubbliche separatamente ma, in modo più efficace, se sanno cooperare e trovare strumenti ibridi con cui cambiare il mondo.

Per questo, la seconda tappa di questo percorso racconta Maso Pez e il senso con cui Progetto 92, nelle sue serre, coltiva in maniera sostenibile e costruendo comunità. I progetti portati avanti – Vivaio TuttoVerde, l’officina di assemblaggio, Beelieve – sono tutti pensati sui bisogni e le capacità delle persone coinvolte ma rispondono tutti alla necessità di costruire percorsi di lavoro basati sulla qualità del prodotto e, quindi, delle relazioni.

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Tra questi progetti, Beelieve offre un elemento ulteriore: la costruzione di reti che vadano oltre la relazione interna alla cooperativa. Ecco, allora, che vengono coinvolti i ricercatori e le ricercatrici del MUSE e della Fondazione Mach così come operatori e operatrici dell’Associazione degli Apicoltori o imprese come Redo Upcycling. Un equilibrio complesso, che tiene assieme tutte le dimensioni della sostenibilità.

La stessa complessità che, in forme e con sfumature diverse, troviamo anche nella valle di Terragnolo, al Masetto: un posto unico, che unisce ospitalità e cultura per raccontare un’altra montagna: “una valle come quella di Terragnolo non ha – e speriamo non avrà mai – grandi infrastrutture e insediamenti industriali: per me, dunque, è una valle sostenibile. “Per contro, però, è una valle che ha subito un forte processo di spopolamento, e che adesso sta cercando di riflettere sul proprio futuro” racconta Gianni Mittempergher, che con Giulia Mirandola ha dato vita al Masetto.

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“Non si parla di progetti giganteschi, quanto di recuperare i muretti a secco, i terrazzamenti, la coltivazione del grano saraceno e un concetto di turismo lento. Anche se, più che lento, devo dire che mi piace chiamarlo attento. Un turismo che inviti a conoscere il territorio che si sta visitando”.

Una produzione sostenibile, dunque, richiede tempo. Anzi, di più: richiede di scegliere un modo diverso in cui usarlo. Richiede anche di cambiare il punto di vista, di rimettersi in gioco: per questo Vivila in 3D racconterà, con una serie di video-tutorial, modi per autoprodurre alcune piccole cose che possono aiutare nella vita di tutti i giorni.

La campagna sta chiudendo la sua prima fase, insomma, ma il cammino di Vivila in 3D è solo agli inizi.

Immaginare la sostenibilità per realizzarla: Vivila in 3D

A metà strada tra “i bei tempi andati” dei nonni e delle nonne, quando tutto veniva riutilizzato, e la consapevolezza che un consumo è critico solo se consapevole, “Riusalo!” sarà un viaggio attraverso mondi e modi di non buttare via niente, o quasi.

Le mille vite delle cose passano anche da questo: dalla nostra capacità di immaginarle.

Riusalo! – Vivila in 3d

Vivila in 3D è una campagna di sensibilizzazione ideata e realizzata da ragazze e ragazzi in servizio civile.

Il progetto è nato durante la pandemia, come coda lunga della campagna #COGLILA, e raccoglie 13 ragazzз , tra servizio civilistз ed ex, provenienti da 6 organizzazioni di servizio civile differenti, unite dalla volontà di dar vita ad una comunità capace di trovare la propria forza nelle sue differenze e di costruire percorsi comuni e sempre nuovi per migliorare le cose.

La campagna propone tre call to action che attraversano i temi della sostenibilità, nelle sue dimensioni ambientali, sociali ed economiche, proponendo un sistema produttivo diverso, che superi la logica del consumo e dello sfruttamento per dar vita a pratiche e politiche più consapevoli e capaci di prendersi cura delle persone e dell’ambiente.

Vivila in 3D

Partita da dentro le etichette, la campagna ha proposto articoli e interviste pe guardare in modo critico al modo in cui consumiamo: questo perché solo guardando dentro ciò che le etichette ci raccontano riusciamo a trovare le informazioni che ci servono per affrontare in modo critico le scelte di tutti i giorni e siamo in grado di mettere in discussione il sistema e il mondo dentro il quale ci muoviamo.

Scegliere meglio significa cambiare sguardo: il riuso diventa dunque l’approccio attraverso il quale agire, in un sistema economico circolare, per ridurre il nostro impatto sul mondo. Ed è proprio questo il fulcro della seconda azione proposta dalla campagna, che parte dall’economia circolare per andare a vedere come attraverso riduzione, riuso, riciclo, recupero e ricerca sia possibile trovare soluzioni alla crisi che è in atto da troppo tempo.

Consumo, rifiuti: il terzo tema, la terza azione riguarda la produzione sostenibile che lo è solo se critica e consapevole. Critica, perché il sistema produttivo dentro al quale siamo immersi non è l’unico possibile, anche se per molto tempo si è detto il contrario. Consapevole, perché alla base del benessere di pochi c’è lo sfruttamento di molti. Per rendere il mondo più giusto, a partire dalla più immediata prossimità e, via via, su scala sempre più globale, è necessario fare uno sforzo continuo: capire per conoscere, conoscere per immaginare, immaginare per cambiare. 

Dal suo – se volete – piccolo punto di osservazione, Vivila in 3D sta proponendo proprio questo. E, dalle pagine di un blog, sta uscendo – a poco a poco – nella vita reale, portando i suoi racconti tra le persone: lo ha fatto al Festival dell’Economia grazie a Sanbaradio, intervistando Francesca Forno e raccontando Nutrire Trento; lo ha fatto durante Sosteniamoci, evento promosso da GTV e ACAV, raccontando il peso del nostro rifiuto insieme a Chiara Lo Cicero, responsabile dell’Ufficio Rifiuti e Bonifiche della Provincia Autonoma di Trento.

Lo farà ancora, presto, portando in piazza le cose che ha scoperto, unendo i puntini tutte le volte che le sarà possibile farlo.