Mercoledì 9 marzo, una serata di dibattito e confronto
L’altra sponda del Mediterraneo ha preso fuoco. Guardando i fatti di Libia appare urgente fermare il massacro. Il dittatore Gheddafi, servilmente accolto in Italia da Berlusconi con tutti gli onori e gli omaggi, ha dato ordine di andare casa per casa a uccidere per mano dei suoi fedelissimi e dei mercenari assoldati, di sparare sul mercato, di bombardare il suo popolo. Con linguaggio delirante ha promesso di sterminare i rivoltosi, ha definito i manifestanti ratti e giovani drogati. Offese verbali che pesano quanto il fuoco sulla folla.
La comunità internazionale deve reagire: troppo deboli finora sono apparse le rimostranze dell’Europa e degli USA, assente l’Italia. O peggio ancora: preoccupata di non disturbare il colonnello.
Mercoledì 9 marzo, una serata di dibattito e confronto
L’altra sponda del Mediterraneo ha preso fuoco. Guardando i fatti di Libia appare urgente fermare il massacro. Il dittatore Gheddafi, servilmente accolto in Italia da Berlusconi con tutti gli onori e gli omaggi, ha dato ordine di andare casa per casa a uccidere per mano dei suoi fedelissimi e dei mercenari assoldati, di sparare sul mercato, di bombardare il suo popolo. Con linguaggio delirante ha promesso di sterminare i rivoltosi, ha definito i manifestanti ratti e giovani drogati. Offese verbali che pesano quanto il fuoco sulla folla.
La comunità internazionale deve reagire: troppo deboli finora sono apparse le rimostranze dell’Europa e degli USA, assente l’Italia. O peggio ancora: preoccupata di non disturbare il colonnello.
Le rivoluzioni democratiche, in Tunisia, in Egitto, in Algeria, in Bahrein, iniziate con le giornate della collera e con la rivoluzione dei gelsomini, le rivolte in Yemen, le manifestazioni di piazza in Iran, hanno evidenziato la situazione ormai insopportabile nelle dittature e nei governi autocratici dei paesi arabi finora considerati stabili e immutabili. Le popolazioni, messe alla prova dalla mancanza di diritti e di democrazia, dalla mancanza di lavoro e dalla fame, hanno sviluppato un’onda di bisogno di libertà. A noi tocca il compito di capire e accogliere i loro bisogni; ai Governi d’Europa e alle Nazioni Unite compete il dovere di reagire e impedire che vengano soffocate le istanze di democrazia.
Per parlare di ciò è indetta una serata di dibattito per
Mercoledì 9 marzo 2011
ad ore 20.30
Sala del Museo Tridentino Scienze Naturali in Via Calepina a Trento
con interventi di:
Adel Jabbar, sociologo e saggista
Raffaele Crocco, giornalista, Associazione 46° parallelo, autore di “Atlante delle guerre”
Michele Nardelli, presidente del Forum per la pace e i diritti umani
Saadi Brahami, portavoce dei magrebini a Trento
Monica Joris, in Tunisia nei giorni della rivolta
Coordinano: Micaela Bertoldi e Luciana Chini