Stampa nazionale – Luglio 2022


  • Non è violenza se non cambia il contesto
    Marianella Sclavi, 29.07.22, Sbilanciamoci

Sbilanciamoci. Costruire la pace in Ucraina richiede una trasformazione delle prospettive e degli attori coinvolti, iniziative che estendano la democrazia in Europa, moltiplicando le opzioni per la soluzione del conflitto.

  • Un video di 5 minuti e 5 milioni di like. L'”influencer” russo contro la guerra
    Giacomo Gambassi, 27.07.22, Avvenire

La storia. Per i russi, è un traditore. Per gli ucraini, un eroe che combatte l’invasore. Ha imbracciato l’unica arma che aveva: un telefonino. Si è piazzato davanti a un condominio sotto attacco e ha girato un video per i suoi connazionali. Dopo averlo visto, già 370 ragazzi hanno rinunciato al servizio militare, e a partire per combattere.

  • I missili russi puntano verso il sud. Zelensky: armi occidentali decisive
    Lucia Capuzzi, 20.07.22, Avvenire

La guerra in Europa. La parola d’ordine è accelerare. È forse l’unico dei punti su cui entrambi i contendenti concordano. Per Mosca, è cruciale consolidare e ampliare le conquiste a Sud prima che scatti la controffensiva ucraina. Kiev, da parte sua, cerca di stringere, per recuperare terreno nelle regioni meridionali sotto il martellamento della Russia.

  • L’occidente deve dare il buon esempio
    Thomas Piketty, 15.07.22, Internazionale 1469

Le opinioni. Riuscirà l’Europa a ridefinire la sua posizione nell’ordine geopolitico mondiale? Con l’invasione russa dell’Ucraina e l’aumento delle tensioni con la Cina, le circostanze obbligano a farlo, ma stanno emergendo delle esitazioni. Bisogna mantenere il legame con gli Stati Uniti, a condizione però di ottenere più autonomia e di farla finita con l’egoismo che caratterizza troppo spesso la retorica atlantica e occidentale nei confronti del resto del mondo. È accettabile appoggiare militarmente gli ucraini. Ma è essenziale anche riconoscere esplicitamente i limiti del modello democratico occidentale.

  • L’annuncio turco: «Accordo sul grano»
    Giusi Fasano, 22.07.22, Corriere della Sera

Dopo mesi di appelli, oggi Mosca, Kiev, Istanbul e Onu firmano l’intesa per il passaggio di 35 milioni di tonnellate. La conferma arriva dall’ufficio del presidente turco Recep Tayyip Erdogan che sarà presente al Dolmabahçe accanto al segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, volato a Istanbul ieri con una delegazione. Soprattutto, Ucraina e Russia firmeranno su uno stesso foglio per la prima volta dall’inizio della guerra.

  • Una giornata di mobilitazioni con Europe for Peace
    Giulio Marcon, 22.07.22, Il Manifesto

23 luglio. La guerra in Ucraina è passata negli ultimi giorni in secondo piano. Ma la gravità di quel conflitto non è meno pesante di qualche giorno fa: i combattimenti continuano, le sofferenze della popolazione civile sono enormi e non ci sono spiragli per la fine degli scontri armati. Per mesi i pacifisti sono stati attaccati e derisi, ma sono gli unici che continuano oggi a mobilitarsi, nonostante l’attenzione dell’opinione pubblica sia indirizzata altrove.

  • Letteratura e sogno alla prova della guerra
    Guido Caldiron, 19.07.22, Il Manifesto

Andrea Kurkov. Intervista all’autore di “Jimi Hendrix a Leopoli”, pubblicato da Keller. Tra i maggiori scrittori ucraini, sarà oggi a Trento per la serata conclusiva di Geografie sul Pasubio.

  • Rassegna stampa MEAN
    11-14 luglio, Movimento Europeo di Azione Non Violenta

Racconti e riflessioni. Raccolta di articoli provenienti dalla stampa italiana, internazionale e dal web, ma anche di podcast, che raccontano della marcia per la pace a Kiev organizzata dal Mean, fornendo spunti di riflessioni sulla guerra e sulla situazione ucraina.

  • A Kiev no alla guerra
    Giacomo Gambassi, 12.07.22, Avvenire

Confronto di Mean con le autorità locali. La missione di pace nella capitale ucraina, mentre Mosca continua a bombardare le case. Oltre 60 “pacificatori” italiani superano i controlli all’ingresso del municipio di Kiev. “Un fatto straordinario” per Angelo Moretti, promotore del progetto. È l’Italia dal basso che chiede il cessate del fuoco.

  • Ucraina: la pace possibile
    Giulio Marcon, 11.07.22, Sbilanciamoci

Sbilanciamoci. La guerra rischia di essere archiviata dai media ma di non fermarsi, tra l’assuefazione generale. Il prossimo 23 luglio il cartello di centinaia associazioni e reti della società civile Europe for peace ha lanciato una mobilitazione in tutte le città d’Italia per il cessate il fuoco in Ucraina e per la ripresa dei negoziati tra […]

  • Caracciolo: “Lavorare subito per un cessate il fuoco tra Russia e Ucraina”
    Andrea Torinelli, 11.07.22, L’Osservatore Romano

Intervista con il direttore di “Limes” sul conflitto in corso. Una tregua, uno stop ai combattimenti. Una “non guerra”, situazione molto lontana dalla pace. Ma almeno smetterebbero i bombardamenti e la perdita di continua di vite umane. È quanto propone Lucio Caracciolo, direttore della rivista Limes.

  • Svezia e Finlandia cedono al ricatto turco
    Fehim Taştekin, Gazete Duvar, Turchia, 08.07.22, Internazionale 1468

Europa e NATO. Per superare il veto di Ankara al loro ingresso nella Nato, i due paesi scandinavi hanno firmato un accordo dai contorni poco chiari che potrebbe mettere a rischio i rifugiati curdi.

  • L’appello della società civile: tacciano le armi, negoziato subito
    Rete Pace e Disarmo, 09.07.22, Il Manifesto

Europe for Peace. Le principali reti pacifiste e delle organizzazioni della società civile del nostro paese hanno deciso di raccogliersi nel cartello Europe for Peace. Con questo appello chiedono congiuntamente che l’Italia si impegni per un immediato cessate il fuoco nel conflitto russo/ucraino e affinché riprendano i negoziati. Per questo, a 150 giorni dall’inizio della guerra, viene promossa per il 23 luglio una giornata di mobilitazione contro la guerra in tutte le città italiane per ribadire: tacciano le armi, negoziato subito!



  • Per l’Ucraina comincia la battaglia più dura
    D. Depetris e R, Menon, The Guardian, 01.07.22, Internazionale 1467

La guerra continua. Nel Donbass le forze ucraine stanno affrontando condizioni più difficili rispetto alle prime fasi della guerra. Riconquistare i territori persi sarà complicato.

  • Stop escalation: ripartire dall’Onu
    Mauro Magatti, 05.07.22, Avvenire

Dove porta il non-dialogo. Invadendo l’Ucraina, Vladimir Putin ha voluto piantare un cuneo tra l’Occidente e il resto del mondo. Una mossa dura e astuta, studiata per alterare la prospettiva con cui molte cancellerie guardano a quello che accade in Ucraina: non un’invasione, ma un atto di ribellione al dominio occidentale. Il successo di Putin non dipende solo dai risultati sul campo, ma anche dalla riuscita del suo progetto di arruolare altri governi al suo disegno […]

  • La deterrenza nucleare: un genocidio programmato da disinnescare
    Alfonso Navarra, Antonia Sani, Alex Zanotelli, Moni Ovadia, 06.07.22, Il Manifesto

Nucleare. Il 7 luglio ricorre l’anniversario del Tpan (Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari), adottato a New York nel 2017, entrato in vigore nel 2021 dopo la cinquantesima ratifica (adesso siamo a quota 66 ratifiche), proprio di recente sottoposto a revisione dalla Conferenza degli Stati parti tenutasi a Vienna, dal 21 al 23 giugno. L’importanza di questo strumento giuridico sta nel fatto che proclama l’illegalità della deterrenza nucleare, cioè si va oltre la condanna della minaccia dell’uso, lo stesso possesso degli ordigni atomici è considerato da bandire.



  • Ucraina, scenari esplosivi per il mondo. C’è solo l’alternativa della diplomazia
    Gianfranco Pagliarulo, 05.07.22, Il Manifesto

È escalation di guerra. La Nato, che s’allarga a spese dei curdi, indica il nuovo nemico: la Cina. L’Onu, che è azzerata, va richiamata a ruolo con una Conferenza di pace Helsinki 2. Grazie anche al riposizionamento della Nato la pentola a pressione si surriscalda e può esplodere da un momento all’altro. Cadono nel vuoto persino le parole di Kissinger che invita alla moderazione. In tutti i casi l’Europa sarà coinvolta in una ennesima e pesantissima crisi economica e l’Italia corre il rischio di esserne travolta.

  • Prima a Mosca, poi a Kiev. Il papa ora vede il suo viaggio “possibile”
    Luca Kocci, 05.07.22, Il Manifesto

Il ritorno di Bergoglio. «Vorrei andare in entrambe le capitali». Era scomparso dai radar da settimane, ma ieri papa Francesco ha rilanciato l’ipotesi di una visita a Mosca e a Kiev, lasciando intendere che il canale diplomatico con la Russia si è riaperto, grazie a nuovi contatti fra il cardinale segretario di Stato Parolin e il ministro degli esteri russo Lavrov.

  • La parola resta sempre alle armi
    Emiliano Manfredonia, 03.07.22, Il Manifesto

Pace e guerra. Se qualche anno fa Emmanuel Macron constatava la «morte cerebrale» della Nato, ora, come effetto immediato dell’aggressione russa all’Ucraina, l’Alleanza atlantica riprende vita, accetta l’ingresso di nuovi soci un tempo neutrali e, soprattutto, ridefinisce i suoi modelli strategici aumentando il dislocamento di personale militare e di armi. È proprio questo primato alla dimensione muscolare che non convince: se la risposta alla Russia è fortemente e comprensibilmente condizionata dalla sua brutale politica aggressiva, non si vede l’ombra della diplomazia, anzi.