Avere vent’anni

Avere vent’anni è una rassegna e un’occasione, pensata da ARCI del Trentino, libreria due punti, CGIL del Trentino, Cantiere 26, Forumpace, Comuni di Trento, Brentonico e Arco, per riflettere ancora – a 20 anni dall’estate 2001 – sui fatti di Genova. Per farlo, il 9, 10 e 11 luglio prossimi passerà dal Trentino lo spettacolo teatrale “20 ANNI. Cronache di inizio millennio dal G8 di Genova“, una produzione di Area Teatro che ripercorre quei giorni.

Per una generazione (o più di una) Genova è sinonimo dell’estate del 2001, delle giornate di mobilitazione contro un certo modello di globalizzazione rappresentato dal G8 ospitato dall’assetto urbanistico angusto e frammentato del capoluogo ligure.

Impegno e speranza. Incontro e impegno. Dolore e frustrazione.

Per quelle successive – partendo proprio da chi oggi ha vent’anni, o meno – quel periodo dice relativamente poco, come sormontato da fatti immediatamente successivi (l’attacco alle Torri Gemelle su tutti) e annegato da due decenni carichi di crisi, di tensioni, di rivolgimenti storici.

Per questo, da diverse settimane abbiamo attivato un percorso di co-progettazione con alcune associazioni di giovanissimз che si concretizzerà con l’evento di apertura di questa rassegna, Essere movimento (venerdì 9 luglio, ore 18, al parco della Clarina): un momento di riflessione, un’assemblea aperta basata su un appello che le ragazze e i ragazzi hanno elaborato.

Non si tratta “solo” di ricordare – anche se di memoria abbiamo assoluto bisogno – ma di riflettere collettivamente su ciò che è stato e su ciò che potrebbe e dovrebbe essere, nel momento in cui ancora troppe sono le ingiustizie (sociali, economiche e ambientali) che attraversano il tempo che viviamo e dall’altro lato emergono nuove e diverse forme di partecipazione e attivazione che tentano di porvi rimedio.

Perché un altro mondo non solo è possibile, è necessario.

La differenza dell’essere

La rassegna “La differenza dell’essere. Donne e uomini come risorse per sviluppare uguaglianza e giustizia“, promossa dall’associazione Giovani Arco ha visto la partecipazione dei Comuni di Arco, Dro e Drena, un lavoro di rete per lanciare una riflessione lunga, articolata, sul tema della violenza sulle donne, “per il quale c’è un grande muro culturale da abbattere”, ribadisce il sindaco di Arco, Alessandro Betta.

Dopo l’appuntamento dell’8 marzo, lunedì 15 marzo sarà l’occasione per riflettere sul modo con cui i giovani e le giovani vivono temi centrali nella vita di ciascuno, dalla sessualità al rapporto con l’altro: Crescere uominiinfatti, raccoglie le risposte di oltre mille ragazzi alla domanda “come vivete sessualità, pornografia e sessismo?”. Parole preziose, che raccontano di una generazione che non vede più negli adulti dei riferimenti educativi e che delega a YouPorn la propria educazione sessuale e sentimentale.

Per partecipare, basta scrivere a ass.giovaniarco@yahoo.it.

L’autrice Monica Lanfranco sarà anche la formatrice del corso “Governare le relazioni: so-stare nella crisi. Politica e cittadinanza attiva alla prova della democrazia sessuata”, un seminario di formazione online che si svolgerà il 28 marzo e l’11 e il 18 aprile, dalle 18 alle 20.30.

Una rassegna intensa, che si snoderà tra l’8 marzo, Giornata internazionale della donna, e il 25 novembre, Giornata contro la violenza sulle donne: un percorso di senso, che metterà al centro della discussione la lotta contro la violenza e le discriminazioni di genere ma anche temi come la sessualità, la pornografia, il rapporto dei giovani e delle giovani con la sfera degli affetti e con il proprio corpo. E, ancora, spettacoli teatrali, concerti, seminari e percorsi di formazione.

“L’associazione Giovani Arco è contenta di essere una risorsa del territorio, il nostro augurio è che questo progetto si riveli all’altezza delle grandi ambizioni che l’hanno mosso”, racconta Cristina Bronzini, volontaria dell’associazione. “È importantissimo diffondere una cultura diversa, in particolare vogliamo aiutare le donne ad alzare la testa a non sopportare più e a non nascondere la violenza, ma a ribellarsi e a pretendere una vita degna di rispetto e d’amore“.