Tracce nella nebbia

Giovedì 16 dicembre 2021 alle ore 20.30 presso il Centro civico del Brione a Rovereto sarà presentato il libro “Tracce nella nebbia. Cento storie di testimoni“, di Vincenzo Passerini.

Con l’autore interverranno Beatrice Taddei Saltini, dell’Atlante dei conflitti e delle guerre, e Paolo Mantovan, vicedirettore del quotidiano “Alto Adige”.

Il libro è pubblicato da ViTrenD e propone cento sintetici ritratti di donne e uomini del nostro tempo e di ogni continente che hanno testimoniato con la loro vita i valori di giustizia, libertà, fraternità, nonviolenza.

Nella prefazione al volume, Marco Damilano, direttore de “l’Espresso”, scrive: “Sono tracce nella nebbia, sono impronte nel deserto, sono segnali nel buio, ti mostrano la strada che loro hanno percorso per primi, spesso cercandola da soli, guidati dalla loro coscienza nel momento di dire un sì o un no, animati dalla passione per la vita”.
L’ingresso è libero e seguirà la normativa anti COVID-19 vigente.

Organizzano le associazioni: Centro Pace, Ecologia e Diritti umani di Rovereto, Casa delle Donne, CAVA Coordinamento associazioni Vallagarina per l’Africa, A.N.P.I. Rovereto Vallagarina “Angelo Bettini”, ass. 46° Parallelo – Atlante dei Conflitti e delle Guerre. Con il patrocinio del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani.

A cura di CAVA e Centro Pace, Ecologia e Diritti umani di Rovereto

VICINO ORIENTE: TRACCE DI NON VIOLENZA IN CONTESTI DI GUERRA

Il Forum trentino per la pace e i diritti umani ha ospitato Hussain Shaban, professore e vicerettore dell’Università della nonviolenza e dei Diritti umani a Beirut, in un incontro di confronto e dialogo con Massimiliano Pilati, presidente del Forum, e Adel Jabbar, relatore e traduttore del dibattito.

Il professore ha come obiettivo quello di divulgare la cultura della nonviolenza attraverso studi e ricerche accademiche, tesi universitarie, formazioni di insegnanti e professori ma anche di uomini di religione e politici. Egli ha sottolineato l’importanza dell’educazione di giovani per sostenere la cultura della nonviolenza proprio per questo, in Libano, la materia è stata introdotta in tutti i gradi e ordini scolastici.

Shaban divulga la cultura della nonviolenza come strumento per agire nei nostri giorni, caratterizzati da un agire e un pensiero contrario, questa filosofia include il dialogo, la convivenza, la pace e l’attenzione ai diritti umani. Una società, come quella del Vicino Oriente, caratterizzata da disuguaglianze economiche e sociali, estremismo, fanatismo e integralismo diventa terreno fertile per pratiche e ideologie violente. Più le società sono arretrate più le pratiche violente possono radicarsi; è bene capire, secondo Shaban, che l’unico criterio per misurare lo sviluppo e il progresso di un territorio è il riconoscimento o meno dei diritti umani. Chi esercita ideologie violente – afferma il professore – fa del male non solo agli altri, togliendo loro umanità, ma anche a se stessi andando a diminuire la propria (e altrui) dignità umana.

Purtroppo queste ideologie non sono diffuse solo nelle società arabe, anche in quelle occidentali la pratica della violenza è diffusa: i mezzi utilizzati sono quelli di informazione e i mass media che, non presentando le notizie in modo oggettivo, o presentandone solo una parte, diventano strumenti che incitano alla violenza e all’odio e soprattutto raggiungono le persone con un estrema facilità. Per affrontare tale situazione Shaban indica che la volontà e la coscienza sono gli strumenti nonviolenti che si possono utilizzare per opporsi alla violenza diffusa: “strumenti giusti per obiettivi giusti, il fine fa parte del mezzo. Non c’è pace con la violenza, con le disuguaglianze e senza dialogo. Tramite la cultura della nonviolenza si possono affrontare situazioni anche critiche perseguendo la pace, l’uguaglianza e i diritti di tutte le persone”.