Per un’alternativa reale: nonviolenza ed educazione

La “lotta” per la pace passa attraverso strumenti estranei, se non opposti, alla “lotta tradizionale”. Strumenti che non sovrastano l’altra persona, ma si mettono sullo stesso piano, cercando di parlarci insieme, di discutere e trovare un sentiero comune. A questi strumenti appartengono la nonviolenza e l’educazione. 

In Italia, la nascita della cultura della nonviolenza e della pace, ha una data precisa, dice il presidente del Movimento Nonviolento Italiano Mao Valpiana, cioè il 24 settembre 1961, la prima Marcia per la Pace Perugia-Assisi, promossa da Aldo Capitini. 

Da allora il movimento pacifista italiano è stato una realtà politica che, “gentilmente” ha ottenuto diverse vittorie, dall’istituzione del Servizio Civile Universale nel ‘72 al referendum per l’abbandono del nucleare in Italia nell’87, quando il movimento pacifista collaborò significativamente con il movimento ambientalista e si crearono importanti reti di relazione. 

La nonviolenza è un’alternativa reale alla guerra, un’alternativa percorribile ed efficace così come si è visto nella seconda vita della storia del movimento pacifista e nonviolento italiano, dopo che la guerra arrivò in Europa negli anni 90. “Il pacifismo mette i piedi sul terreno, come i militari” percorrendo i luoghi di guerra per ricostruire con la popolazione locale nuove politiche e nuove visioni. 

Non bisogna riammettere la guerra come protagonista della storia “ diceva Alexander Langer, e i corpi civili di pace potrebbero esserne una valida alternativa istituzionale. 

Se la nonviolenza, può essere un’azione diretta che porta a dei risultati concreti e visibili, come il blocco dei treni delle munizioni americane dirette nel Golfo Persico, l’educazione alla pace è uno strumento “invisibile”, che nell’era del pragmatismo e della super efficienza viene spesso considerata inutile, come spiega Giuseppe Ferrandi, presidente della Fondazione Museo Storico del Trentino. 

L’educazione alla pace significa tessere relazioni, che sì sono invisibili, ma hanno un’impatto potentissimo nella quotidianità delle vita delle persone. Non bisogna essere degli esperti per educare a metodi alternativi alla violenza e alla guerra, ma bisogna “sporcarsi le mani di pace” come ricorda Lisa Clark, rappresentante italiana per ICAN: ”Spesso mi chiedono che studi ho fatto, che università ho frequentato. La mia educazione per la pace, la mia scuola è stata Sarajevo”  E ancora Franco Vaccari, fondatore e presidente di Rondine Cittadella della pace, ribadisce che l’educazione alla pace può venire soltanto dall’esperienza come succede a Rondine, dove non vengono a parlare solamente “esperti” di pace, ma ma persone molto eterogenee con bagagli di esperienza molto diversi :”La questione della pace è una questione umana e se la releghiamo ad una semplice professione siamo davvero rovinati”

Polieticus è in crowdfunding!

Delle ragazze e dei ragazzi di Polieticus vi parliamo da tempo: abbiamo visto nascere il progetto, comporsi i campus, rafforzarsi, dialogare con tante e tanti.

Quest’anno il progetto cresce ancora e per farlo c’è bisogno del contributo di tuttз: per farlo, hanno attivato una campagna di crowdfunding attraverso la piattaforma di Produzioni dal Basso.

Contribuisci a creare uno spazio di socialità, divertimento e confronto, investi oggi nei protagonisti del domani!

Campagna di crowdfunding di polieticus

Sostenere questi progetti, economicamente ma non solo, è fondamentale: certo, perché le risorse sono centrali per garantire una formazione di qualità, innovativa e accessibile a tuttз.

Ma anche perché sostenere progetti come questo è un passaggio fondamentale per avere un contesto territoriale, una comunità più attenta, consapevole, capace di mettere a sistema le sue energie e risorse.

Polieticus non è il solo progetto che si (pro)pone questo obiettivo: ve ne abbiamo segnalati altri, continueremo a farlo. Sostenerli è centrale: per un Trentino più coinvolgente, attento, inclusivo, sostenibile.


Cosa possiamo fare per sostenere Polieticus?

Puoi contribuire a Polieticus con una donazione, per supportarci nella realizzazione dell’offerta formativa del campus.

Puoi condividere la campagna di crowdfunding con i tuoi contatti e i tuoi conoscenti, per far arrivare il nostro progetto a tante altre persone.

Puoi seguire sui social per non perdere tutti gli aggiornamenti sull’edizione 2021 di Polieticus.

Polieticus: arriva la terza edizione

Polieticus è un campus pensato dai giovani per i giovani: uno spazio dove discutere di temi socio-politici tra ragazzi e ragazze dai 16 ai 20 anni, provenienti da tutta la Provincia di Trento.

Le iscrizioni partiranno il 19 aprile

Per rimanere aggiornati, seguite Polieticus su Facebook e Instagram

Il campus è pensato per un minimo di 15 e un massimo di 18 persone: sarà una settimana di convivenza tra laboratori artistici e formativi gestiti da formatori professionisti sui temi della nostra quotidianità.

Il campus arriva alla sua terza edizione e nasce dal desiderio di dar vita ad un luogo di confronto e formazione immaginato dai giovani per i giovani.

Con Polieticus vogliamo portare nella quotidianità dei giovani la dimensione del dialogo tra molte etiche tutte differenti tra loro. Sentiamo il bisogno e il dovere di creare uno spazio di libera espressione dove i nostri
coetanei possano lavorare su temi globali di attualità, conoscere il mondo in cui vivono e proiettarlo sul Trentino attraverso una folta analisi di territorio.

Il lavoro di Polieticus si basa su un approccio educativo peer to peer, dove ogni ragazzo e ogni ragazza è liber* di esprimersi, di prendersi cura dell’altr*, di mettersi in dubbio e collaborare con il resto del gruppo.

Il campus nasce dall’esperienza di alcune ragazze e alcuni ragazzi che hanno passato il loro quarto anno delle superiori a Rondine Cittadella della Pace, realtà che segue e dà supporto all’iniziativa anche quest’anno.

L’offerta formativa, poi, sarà garantita dalla partnership con la Scuola di Preparazione Sociale, ente capofila del progetto presentato al Piano Giovani di Zona del Comune di Trento.

Il campus sarà composto da sei giornate di formazione, ognuna incentrata su un tema di attualità diverso e vedrà l’alternarsi di laboratori e formazioni più tradizionali, con il contributo di esperti con cui i ragazzi e le ragazze potranno dialogare e confrontarsi.