Un’idea disarmante

Perché siamo abituati a intendere “disarmante” come “deludente”? Siamo tanto immersi in una serie di crisi – dei corpi sociali, delle economie, dei sentimenti – da faticare a ritrovare lo slancio della grande rivoluzione nonviolenta, che ancora trent’anni fa ci invitava a “disarmare la ragione armata”, anche attraverso forme nuove di ibridazione e coordinamento tra istituzioni e società civile. Nasceva così il Forum trentino per la pace e i diritti umani, di cui queste pagine sono un autoritratto polifonico che attraversa generazioni, sfide, traguardi, ritardi, involuzioni e rovesci.

Un’idea disarmante” è una cassetta degli attrezzi: colleziona consapevolmente pensieri, azioni, pratiche, impegni collettivi nella speranza che radici comuni servano per costruire un futuro condiviso. Un futuro per tuttǝ.

Pace e diritti sono sempre state nella storia idee disarmanti che hanno trasformato la prospettiva di chi aveva solo la violenza come alternativa.

Oggi, nelle crisi, questa visione rovesciata è l’unica che ci rimane: è un’intuizione che può dar vita a percorsi non ancora esplorati, intraprendere scelte inedite, percorrere il presente con un rinnovato senso civico.

Insieme si può

Insieme si può è il motto della Cooperazione trentina, ma si presta perfettamente per rappresentare il senso stesso della nostra specialissima autonomia trentina. Ma insieme si può anche lavorare per la pace, per la nonviolenza, per la soluzione ragionevole dei conflitti. A tutti i livelli. Il Forum trentino per la pace e i diritti umani – collaudato e indipendente spin-off istituzionale dell’assemblea legislativa – in questi suoi trent’anni ha cercato di farlo con caparbietà, pur sapendo che l’oceano è troppo grande per essere svuotato con un secchiello. 

L’organismo ha mobilitato tante forze del sociale, ha coinvolto il ricco sistema associazionistico delle nostre città e valli, ha messo in campo un gran numero di proposte culturali. 

L’augurio che mi sento di esprimere è che il Forum sappia continuare a lasciare impronte nella società trentina, a far germogliare i semi anche su terreni incolti, a coinvolgere tutti – senza partigianerie ideologiche – nella tensione genuina verso un valore davvero universale e super partes com’è la pace. «Se non posso fare grandi cose – diceva Martin Luther King – posso fare piccole cose in un modo fantastico».

Walter Kaswalder

Presidente del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento


Il senso di un anniversario

Trent’anni fa, in Trentino, la legge provinciale 10 giugno 1991, n.11, con l’istituzione del Forum, chiamò la società civile e le istituzioni a concorrere per promuovere insieme la cultura della pace, intesa come materia da trattare nella quotidianità, non solo dagli Stati e dalle organizzazioni internazionali, ma sul territorio, nelle aule della politica, nei Comuni, nelle Valli, negli oratori, nelle sezioni dei partiti, nelle mille occasioni di incontro e protagonismo delle nostre comunità.

Oggi, le grandi manifestazioni di piazza che in quei mesi scuotevano il pianeta contro le guerre nel Golfo e nella ex Jugoslavia sembrano molto lontane. Da allora, la tipologia dei conflitti è cambiata, ma la violenza armata non cessa di lacerare il pianeta.

Tuttavia, sarebbe miope e ingeneroso considerare esaurito lo slancio che diede forma al Forum per allargare e rendere pubblico il discorso sulla pace. Le proteste giovanili sui temi del clima e dell’ambiente sono solo una parte di un paesaggio plurale e intergenerazionale di persone e di soggetti che operano giornalmente, programmando, progettando, tessendo reti locali, provinciali, nazionali, europee. In trent’anni il mondo associativo ha scambiato buone pratiche e affinato competenze teoriche e organizzative.

L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite si offre come un importante quadro di riferimento comune. Lo stesso lockdown, per contrasto, ha stimolato nuove convergenze su una visione organica di cura di tutta la vita e del pianeta, in cui la costruzione della pace diventa elemento indissolubile di uno sviluppo sostenibile.

Il risultato è (anche) questo libro ‘a cento mani’: un autoritratto collettivo che ripercorre contraddizioni, traguardi, crisi, volate, involuzioni e trasformazioni del movimento, raccogliendo ricordi, esperienze, note critiche, proposte, idee di futuro. Dobbiamo il più sincero ringraziamento alla casa editrice, a Marta Villa e a tutte le compagne e i compagni di strada che lo hanno reso possibile. Manca, purtroppo, il contributo prezioso che avrebbe dato Franca Bazzanella, vicepresidente del Forum tra il 2003 e il 2008. Ma la consapevolezza e la tenacia di Franca, scomparsa nel giugno 2021, restano patrimonio e motore per il Forum di domani.

Massimiliano Pilati e Katia Malatesta

Presidente e Vicepresidente del Forumpace

  • Global Strike 2019 - Trento

I PROTAGONISTI E LE PROTAGONISTE DEL FORUMPACE

In questa sezione, troverete parole molto diverse per ciascuno/a dei presidenti e delle vicepresidenti, testi non omogenee, dettagli più approfonditi, passaggi sfumati, riflessioni filosofiche su se stessi e sulla propria esistenza. 

Ci è sembrato più umano raccontarvi in questo modo i profili di queste donne e uomini che hanno dato forma a questi trent’anni di Forumpace.

E, quindi, vi chiediamo di accostarvi a questi ritratti con delicatezza, con umile curiosità, senza pregiudizi o aspettative. Sono parole sincere.

Nella sezione Associazioni sono collezionati i riferimenti delle associazioni che fanno parte del Forum, potrete così comprendere chi siano, su quali tematiche lavorino, quali siano le loro azioni per costruire culture di pace, avrete modo anche di trovare la modalità di contattarli e di dialogare con loro.