“Ti vedo”: un podcast sui diritti umani per tenere alta l’attenzione

Sono passati ormai settantacinque anni dalla promulgazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ma ancora oggi ben 27 milioni di persone vivono in schiavitù. Al netto dell’aumento esponenziale della popolazione mondiale, si tratta di numeri diventati comunque più del doppio rispetto a quando il commercio di schiavi era legale e ai suoi massimi livelli.

Parte da questo semplice quanto spiazzante dato la prima puntata del podcast “Ti vedo”, il nuovo format realizzato dal Centro per la Pace di Bolzano in collaborazione con il Forum trentino per la pace e i diritti umani, l’Associazione Viraçao&Jangada e ilTquotidiano, oltre al sostegno e supporto della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol.

«Si tratta di un’occasione per avvicinare i giovani ai temi pregnanti delle nostre associazioni, – ha spiegato Marianna Montagnana, coordinatrice del Centro per la Pace di Bolzano – ossia educare alla pace e alla non violenza, oltre che al rispetto dei diritti umani, contrastando la guerra, promuovendo una convivenza pacifica fra popoli e persone e creando ponti all’insegna della giustizia sociale e dell’eguaglianza».

In ogni episodio, oltre ad intervistare i protagonisti internazionali nella lotta per la promozione dei diritti umani, si approfondiranno svariate tematiche cruciali, riguardanti ogni diritto fondamentale che starà al centro di ciascuna puntata, con tanto di call to action finale per ispirare negli ascoltatori delle azioni concrete e tangibili.

Le puntate

Nel corso della prima puntata, uscita il 10 dicembre, in occasione della Giornata mondiale per i diritti umani, è intervenuta ai microfoni di “Ti vedo” Francesca Caprini, portavoce della rete In Difesa Di. Una realtà che riunisce associazioni nazionali e internazionali impegnate a rafforzare la consapevolezza dell’opinione pubblica, della società civile e dei decisori politici sulla situazione delle e dei difensori dei diritti umani.

Nella seconda puntata, uscita il 24 dicembre, Ti vedo ha incontrato l’attivista brasiliana Cintia Guajajara, rappresentante del popolo indigeno di Lagoa Quieta. Quella di Cintia è una voce che testimonia la lotta indigena contro la deforestazione e l’accaparramento, in difesa di una terra devastata dalla violenza, divorata dal fuoco e assetata dalla siccità.

Nel terzo episodio, uscita il 7 gennaio, Ti vedo si sposta dal Sud America all’Africa per incontrare la sindacalista e attivista Pulchérie Gbalet, che con la sua associazione Alternative Citoyenne Ivoirienne si batte per difendere la libertà di espressione dei cittadini ivoriani. Incarcerata due volte e oggi sottoposta al divieto di esprimersi in pubblico, pena un’ulteriore detenzione, Gbalet racconta la nascita del movimento che guida, le difficoltà incontrate ma anche i traguardi raggiunti e le strategie che hanno consentito all’ACI di diventare punto di riferimento di tante cittadine e cittadini che non accettano il regime repressivo del presidente Ouattara.

Nella puntata conclusiva, uscita il 29 gennaio, Ti vedo ha intervistato suor Rita Zaninelli, missionaria comboniana, che ha lavorato per lungo tempo nella regione di Nampula, una delle più fragili e colpite dal fenomeno del land grabbing, la sottrazione di terre alle comunità locali, ai contadini e ai popoli indigeni per convertirle alla produzione intensiva e industriale.

Qui è possibile ascoltare le puntate del podcast Ti vedo.

Le Città Rifugio

E’ dal 2016 che la vasta piattaforma di organizzazioni che in Italia si è organizzata nella rete In Difesa Di, è impegnata in un complesso percorso per la costruzione di un programma di “Città In Difesa Di” in Italia, alimentando sinergie tra enti e società civile locali per la costruzione di città attive nel sostegno e nella protezione dei Difensori e delle Difensore dei diritti umani.

L’Italia, fra gli ultimi Paesi in Europa ad adottare le linee guida UE, era infatti sprovvista dei meccanismi di riconoscimento dello status – e di programmi per la protezione – riguardo a difensore e difensori dei diritti umani ed ambientali nel mondo.

Un virtuoso dialogo fra associazioni attive per la difesa di chi difende nel mondo i diritti di tutti – siamo essi attiviste/i, leaders comunitari, giornaliste/i, ecologiste/i – ed istituzioni territoriali e nazionali – CIDU , Comitato Interministeriale per i Diritti Umani in primis – che attraverso il confronto costante anche con realtà internazionali, a partire dall’Onu, ha permesso l’avvio per la realizzazione di shelters cities, ovvero Città Rifugio per persone difensore minacciate.

L’evento “Città Rifugio – per un nuovo modello di tutela di diritti umani e di chi li difende – si terrà in presenza nella sala Capitolare presso il Chiostro del Convento di Santa Maria Sopra Minerva, piazza della Minerva, 38, Roma, dalle ore 17.00 alle ore 19.00.

Saranno presenti le referenti istituzionali ed organizzative delle prime città – rifugio italiane: Padova, Trento, e Verona; verranno presentati i protocolli ed i percorsi che i territori stanno adottando; verranno illustrati i programmi di SAR – Scholar At Risk, la rete di università che a livello globale si adoperano per la tutela e l’accoglienza dei docenti minacciati nel mondo; ma soprattutto, saranno ascoltate le testimonianze dirette dei primi difensori accolti.

ATTENZIONE: per partecipare all’evento in presenza è necessario registrarsi a questo link: https://forms.gle/h7Qo4jwM6nBjUC5X9

L’evento sarà trasmesso in diretta sul canale WebTV del Senato al link:
https://webtv.senato.it/webtv_live

Per accedere è necessario essere in possesso del Green Pass e indossare una mascherina chirurgica o di tipo FFP2. L’ingresso alla sala – con abbigliamento consono e, per gli uomini, obbligo di giacca e cravatta – è consentito fino al raggiungimento della capienza massima.

Verso Trento “Città in difesa di”

Prosegue il cammino di costruzione di Trento come prima shelter city italiana: un percorso avviato tre anni fa e portato avanti dal Forum della Pace come parte attiva del Nodo trentino della Rete “In difesa di”.

Due incontri, due serate per parlare duri ed attuali come la criminalizzazione della solidarietà e la privatizzazione dei beni comuni.

Due serate con molti ospiti: da Padre Alex Zanotelli che ci parlerà della quotazione in borsa dell’acqua a Francesco Martone, della rete In Difesa Di, che dall’Ecuador testimonia la lotta dei difensori della Terra; da Yohana Lopez di Justicia y Paz Colombia a Francesca Nugnes di PBI, sull’aumento delle violazioni di diritti umani in Colombia, ma anche gli strumenti di organizzazione e resistenza delle comunità; da Stefano Bleggi di Meltin Pot Europa, a RiVolti ai Balcani che ci portano i racconti e le denunce verso chi aiuta migranti e rifugiati in Italia.

E, ancora, i contributi di municipi catalani e della rete REDS di Barcellona, già impegnati come territori In Difesa Di, al fianco di chi difende i diritti nel mondo.

Questo doppio appuntamento chiude la parte seminariale del percorso di costruzione di Trento quale Città in difesa di: durante le due serate verranno aggiunti alcuni tasselli al complesso mosaico in cui ci muoviamo quando parliamo di difesa delle e dei difensori dei diritti umani.

A novembre c’è stata occasione per riflettere sulla forte pressione della dimensione pandemica sull’aumento di minacce e di assassinii mirati contro HRD: in questo doppio appuntamento, invece, saranno la questione della criminalizzazione della solidarietà e la sua connessione con la finanziarizzazione delle risorse, a partire dall’acqua, i temi centrali del dibattito organizzato dalle associazioni del Nodo Trentino, in collaborazione con Centro di Ateneo per i Diritti Umani dell’Università degli Studi di Padova, Terra Nuova, Un Ponte Per , con il contributo dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese e il sostegno della Provincia Autonoma di Trento.

Acqua e solidarietà. Le restrizioni alle azioni di chi difende i diritti umani e i beni comuni

La quotazione in borsa dell’acqua – dello scorso 7 dicembre – è l’emblema della privatizzazione della vita, e viola i diritti umani. E’ direttamente responsabile di guerre, carestie, migrazioni e sfollamenti forzati di intere popolazioni. Chi si oppone all’accaparramento delle risorse vitali, e alla difesa di territori e culture, viene minacciato o ucciso. Chi difende le e gli attivisti, viene criminalizzato. Chi fugge dalle conseguenze della scarsità e della privazione dell’acqua, viene incarcerato, e così, chi si mette coscientemente dalla loro parte.

Un aspetto preoccupante del momento storico che stiamo vivendo, è dunque la criminalizzazione di una solidarietà che possiamo definire militante, attenta alle radici politiche ed economiche dei fenomeni di impoverimento e di conflitto sociale. 

Per una giustizia globale: strumenti ed iniziative

Il focus della seconda parte di seminario, prevista per il 30 aprile, è sul “Laboratorio Colombia” con Peace Brigades International e Justicia y Paz Colombia.

Si analizzeranno soluzioni, pratiche e metodologie verso la costruzione di un osservatorio europeo dei diritti umani e per la giustizia globale, capace di promuovere la diversità culturale e lotta contro la discriminazione, con alternative socioeconomiche trasformatrici.

IL TRENTINO PER I DIRITTI UMANI

IL TRENTINO PER I DIRITTI UMANI

19- 20 – 21 NOVEMBRE 2020

Programmi di protezione per giornalisti, docenti ed attiviste/i minacciati nel mondo: una tre giorni che mette al centro la libertà di informazione, di ricerca, di costruzione dei diritti collettivi.

Per fare di Trento una città “In Difesa Di”. 

Le crisi che stanno attraversando il nostro tempo – sanitarie, sociali, economiche – non possono farci dimenticare la necessità di mettere al centro del nostro agire politico la difesa dei diritti umani ed ambientali e di chi li difende.
Ecco perché risulta particolarmente importante il webinar che il Nodo Trentino della rete In Difesa Di organizza il 20 e il 21 novembre prossimi “Il Trentino per i diritti umani – Protezione e reciprocità per difendere chi difende i diritti di tutte e di tutti”, che sarà anticipato dal corso per giornalisti, realizzato in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige, “Giornalisti minacciati e reporter dalle zone di guerra”, il 19 novembre dalle 16.00 alle 18.00, insieme al giornalista Christian Elia condirettore di QCodeMag, Paola Rosà di Osservatorio Balcani e Caucaso e la partecipazione di Khalifa Abo Khraisse, giornalista, regista e sceneggiatore libico, collaboratore di Internazionale, BBC, al-Jazeera e CNN.

Una tre giorni che vuole sì concretizzare l’impegno della città di Trento nella solidarietà, ma vuole anche dare un contributo alla difficile lettura della situazione geopolitica globale, e alla trasformazione che la cooperazione internazionale può e deve assumere, nell’epoca della pandemia. Un momento fondamentale dell’incontro sarà l’omaggio al giovane Mario Paciolla, funzionario Onu trovato senza vita in Colombia, e su cui la campagna “Verità per Mario” pretende indagini e notizie veritiere. 
“Il Trentino per i diritti umani” è il terzo appuntamento internazionale che il Nodo Trentino della rete In Difesa Di – composto da Forum Trentino per la Pace e i diritti umani, associazione Yaku, PBI Italia, Amnesty International, il Centro per la Cooperazione Internazionale, Osservatorio Balcani e Caucaso, l’Università di Trento con Scholar At Risk – coordina sul territorio, insieme ad una fitta rete di organizzazioni, nazionali ed internazionali, università ed enti locali, per la costruzione del primo programma per la difesa delle e dei difensori dei diritti umani ed ambientali, da realizzare in Italia.
Trento prima “Città In Difesa Di”

è l’importante visione che anche la nuova amministrazione municipale del sindaco Franco Ianeselli ha deciso di abbracciare e fare propria, raccogliendo il testimone dalla Giunta Andreatta che con la Mozione 658 aveva sdoganato l’impegno del Comune di Trento in favore delle e dei difensori dei diritti umani ed ambientali.
L’iniziativa si inserisce nel quadro del progetto “Città in Difesa Di” finanziato dall’Ufficio 8 per 1000 della Tavola Valdese, promosso dalla Ong Terra Nuova, insieme all’associazione Yaku, Un Ponte per e l’Università per i diritti umani Antonio Papisca di Padova, appartenenti alla Rete In Difesa Di – per i diritti umani e di chi li difende.

 

Per scaricare il programma:

http://www.yaku.eu/wp-content/uploads/2020/11/pdf-programma1.pdf?fbclid=IwAR0IG_LNrktMs0LiHvLrmwG-EZwhTGXQA_g1Yia8M1uYspcNC3IO7Xx6D1g

Diritti umani e stato d’emergenza: l’appello della rete In Difesa Di al CIDU

La rete “In Difesa Di – Per i diritti umani e chi li difende” ha inviato una lettera al Comitato Interministeriale per i Diritti Umani (CIDU), per chiedere che le Nazioni Unite siano notificate al più presto sulle misure eccezionali approvate per far fronte all’emergenza COVID-19 e che venga attuato un monitoraggio sulle deroghe ai diritti umani fondamentali.

La drammatica ed eccezionale situazione che stiamo vivendo, e la necessità di salvaguardare il diritto alla salute e alla vita,  autorizza infatti gli Stati ad approvare misure drastiche che prevedono la limitazione o la sospensione – seppur temporanea – di alcuni diritti fondamentali, tra cui quello di movimento, di assemblea, di organizzare e partecipare a manifestazioni, o alla privacy.

Sin da subito è stato evidente il rischio che lo stato di emergenza a livello globale possa trasformarsi – soprattutto nei paesi governati da regimi autocratici e con deriva autoritaria – in uno stato d’eccezione permanente o che possa divenire il pretesto per limitare ulteriormente gli spazi di agibilità civica e le libertà civili. Per questo già il mese scorso vari esperti delle Nazioni Unite e  l’Alta Commissaria delle Nazioni Unite per i diritti umani Michelle Bachelet hanno esortato gli Stati a garantire un approccio basato sul rispetto dei diritti umani, ad approvare soltanto misure proporzionate e temporanee, e a garantire il diritto alla salute a tutte e tutti, incluse le persone più vulnerabili e marginalizzate.

Il diritto internazionale prevede situazioni, come le pandemie, in cui le deroghe ai diritti civili e politici sono consentite, ma allo stesso tempo indica anche alcuni contrappesi e garanzie. Tra questi, l’obbligo di notificare ai treaty bodies (gli organismi di monitoraggio) delle Nazioni Unite le misure approvate e le deroghe ai diritti civili e politici in atto. Secondo quanto stabilito dal Patto Internazionale sui diritti civili e politici, ogni deroga dovrà infatti essere limitata alla misura strettamente richiesta dalla situazione e gli Stati devono poter giustificare ogni misura presa.

La proclamazione dello stato di emergenza inoltre non deve prescindere da criteri di trasparenzaaccountability. È proprio in questa situazione emergenziale che sarebbe stata fondamentale l’azione di monitoraggio e supervisione dell’Autorità nazionale indipendente sui diritti umani, non ancora istituita in Italia nonostante i numerosi appelli della società civile.

La rete In Difesa Di chiede pertanto al CIDU innanzitutto di notificare immediatamente alle Nazioni Unite la dichiarazione dello stato di emergenza, le misure prese, e come esse impattino sui diritti fondamentali. In secondo luogo il CIDU è chiamato, in assenza di un’autorità nazionale indipendente sui diritti umani, ad assicurare un monitoraggio costante e pubblicamente accessibile sulla compatibilità di queste misure con le Convenzioni internazionali sui diritti umani.

Infine l’Italia, in quanto membro del Consiglio ONU per i Diritti Umani, dovrebbe adoperarsi con ogni mezzo a sua disposizione affinché la situazione di emergenza non diventi un pretesto per giustificare violazioni dei diritti umani e attacchi contro i difensori e le difensore dei diritti umani in altri paesi del mondo, come sottolineato anche nella comunicazione dei Relatori Speciali dell’ONU.

Francesco Martone

Portavoce  della rete “In Difesa Di – Per i diritti umani e chi li difende”

 

Organizzazione firmatare:

A Buon Diritto

A Sud

AIDOS

Amnesty International Italia

Antigone

ARCI

AOI

CIES Onlus

CIPSI

CISDA

COSPE

Cultura e Libertà

Endangered Lawyers Project

Fondazione Lelio e Lisli Basso onlus

Giuristi Democratici

Greenpeace Italia

International Human Rights Corner

Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie

Movimento Nonviolento

Operazione Colomba, corpo nonviolento di pace APG23

Osservatorio Solidarietà, Carta di Milano

Terranuova

Un Ponte Per

Unione Forense per la Tutela dei Diritti Umani

Yaku