Forum e difensori dei diritti umani

Il 31 gennaio 2018 il Consiglio provinciale di Trento ha approvato una mozione che ha dato mandato alla Provincia di attivare programmi di protezione temporanea e training per Difensori dei diritti umani minacciati.

Il Consiglio comunale di Trento, poco dopo, ha approvato una mozione che ha impegnato la Giunta comunale a rendere Trento la prima shelter city d’Italia.

Questi risultati sono arrivati a pochi mesi dall’incontro con i referenti nazionali della Rete “In difesa di” che si è svolta a Trento con il contributo del Forum Pace allo scopo di pianificare le azioni per concretizzare il mandato dato dalla risoluzione Sulla tutela dei difensori dei diritti umani” approvata dalla Commissione Esteri della Camera e con cui si impegna il Governo a sostenere le iniziative a favore della tutela e protezione dei difensori dei diritti umani.

Ma chi sono i Difensori dei Diritti umani? Secondo la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui difensori dei Diritti umani, sono donne e uomini che, individualmente o insieme ad altri, agiscono in modo pacifico per la promozione e la protezione di questi diritti. Sono il volto visibile di movimenti, organizzazioni, comunità, popoli che rivendicano i propri diritti.

Tutto questo si inserisce in un quadro drammatico, descritto e raccontato da Front Line Defenders, che ogni anno raccoglie i dati delle persecuzioni nei confronti dei difensori dei diritti umani nel mondo. Nel 2020, il Rapporto evidenzia come 331 uomini e donne sono state uccise in quanto impegnati nella difesa di questi diritti mentre sono 919 le violazioni dei loro diritti nel mondo.

Gli effetti della pandemia

La pandemia ha colpito anche l’azione dei difensori dei diritti umani e il lavoro di protezione che reti come la Rete “In difesa di” portano avanti. Ma la pandemia ha anche evidenziato il ruolo di queste persone nei contesti in cui operano e lavorano.

“In un anno di crisi senza fine, l’impatto che i difensori dei diritti umani hanno avuto sulle loro comunità è stato evidente nella lotta per far fronte alla pandemia in rapida espansione messa in campo dai diversi Paesi. Dall’educazione sulle misure di prevenzione dei virus negli Stati in cui i governi hanno cercato di minimizzare la gravità della pandemia al rivolgersi al lavoro umanitario in aree in cui lo Stato era in gran parte assente o aveva abdicato alle sue responsabilità, i difensori dei diritti umani hanno riempito i vuoti e salvato vite” (Rapporto FLD 2020).

La Rete nazionale “In difesa di”.

In Difesa Di – per i diritti  umani e chi li difende” è una rete di oltre 30 organizzazioni e associazioni italiane attive su tematiche quali diritti umani, ambiente, solidarietà internazionale, pace e disarmo, diritti dei lavoratori, la libertà di stampa e la protezione dello stato di diritto.

Scopo della Rete è quello di unire le forze tra queste soggettività per tenere aperto, in Italia, uno spazio di riflessione e azione sulla questione dei difensori/e dei diritti umani. La Rete, e i suoi Nodi territoriali, si impegnano anche nei confronti delle istituzioni, per chiedere al Governo, al Parlamento e agli enti locali di impegnarsi per la tutela e la protezione di queste persone.

Il Nodo Trentino della Rete “In difesa di”

Il Nodo Trentino della Rete “In difesa di” è il precipitato locale della rete nazionale: unisce una serie di organizzazioni del territorio trentino e, dal novembre 2017, ha promosso attività di sensibilizzazione rivolte alle amministrazioni pubbliche, alle associazioni trentine per la cooperazione e la solidarietà internazionale e alla cittadinanza.

Il dialogo con le istituzioni ha portato, in Consiglio provinciale, all’approvazione della mozione 190/2018 e, in Consiglio comunale a Trento, della mozione 658/2018 che ha reso il nostro capoluogo la prima shelter city italiana.

Il Forum Pace contribuisce alle attività di organizzazione e pianificazione del Nodo Trentino fin dalla sua nascita, riconoscendo nella sua missione parte dei compiti e degli obiettivi che il nostro organismo porta avanti fin dalla sua fondazione.

World Social Agenda – Goal 16: Peace

World Social Agenda si aggancia agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibili definiti dalle Nazioni Unite nell’Agenda 2030 e lo fa raccontando i cinque pilastri sui quali l’ONU ha basato la struttura dell’Agenda. Questi pilastri corrispondono alle cosiddette “5P“: Partnership, Planet, People, Prosperity, Peace.

A queste basi sono connessi i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e i 169 target che vanno a descrivere le modalità nelle quali l’Agenda traccia la rotta per portare a compimento gli scopi che si pone.

Come ricorda ASVIS, “gli Obiettivi di sviluppo sostenibile sono tutti collegati tra loro“: l’Agenda ci sfida e sfida la complessità dentro la quale viviamo. Alle tre dimensioni della sostenibilità – economica, ambientale e sociale – affianca la miriade di variabili interdipendenti che vanno a caratterizzare il nostro presente, il nostro stile di vita e il bisogno di cambiare radicalmente il sistema economico dentro al quale viviamo.

L’Agenda 2030 propone un approccio sistemico, che tiene in considerazione le reciproche interrelazioni e non si ripercuota con effetti negativi su altre sfere dello sviluppo. Solo la crescita integrata di tutte e tre le componenti consentirà il raggiungimento dello sviluppo sostenibile. 

Scholar At Risk

Scholars at Risks (SAR) è una rete internazionale di università fondata nel 1999 per promuovere la libertà accademica e proteggere studiosi e studiose in pericolo di vita o il cui lavoro è seriamente compromesso. 

In Italia arriva nel 2019 e nasce dalla partnership fra 21 istituzioni universitarie e istituti di ricerca operanti sul territorio nazionale. L’Università di Trento ha aderito nel 2019 alla rete SAR e la referente, anche co-coordinatrice di SAR Italia, è la Prof.ssa Ester Gallo.

Nel 2012 Sar ha lanciato un progetto di monitoraggio della libertà accademica con lo scopo di denunciare pubblicamente le violazioni e proteggere le persone vulnerabili. Nel 2015 è stato redatto il primo documento (Free to Think) che analizzava 333 attacchi (dal 2011 al 2015) in 65 paesi, dimostrando la pressante necessità di sensibilizzare l’opinione pubblica.

L’edizione 2020 ha evidenziato 341 attacchi in 58 Paesi tra il 1 settembre 2019 e il 31 agosto 2020