Perdono, o del Molo dell’Arrabbiatura


Giunti al grande fiume che separava quella regione dal paese d’origine dei loro genitori, si misero a cercare un ponte o un altro modo per attraversarlo.

Dopo un po’ di tempo, trovarono una barca ormeggiata ad un piccolo molo, e seduti ai lati opposti di quel pontile, stavano due signori.

<< Ehilà, buongiorno! Avremmo bisogno di attraversare il fiume. La barca è vostra?>> chiesero i due fratellini.

<< NO!>> risposero i due, saltando in piedi come se una vespa li avessi punti sulle chiappe!

<< Non è “nostra”…>>

<< metà barca è mia…>>

<< e l’altra metà è mia…>>

I fratello e sorella si guardarono, cercando di capire la situazione.

<< Questa barca serve ad attraversare il fiume, ma purtroppo, per colpa sua, non possiamo aiutarvi>>

<< vorrai dire per colpa tua, fratello!>>

<< io lo so cosa vorrei dire, ma sono pur sempre un gentiluomo e quindi non lo dico.>>

I due si misero a guardarsi male, e una brutta sensazione afferrò i cuori dei nostri eroi.

<< siete fratelli?>> chiesero.

<< per mia disgrazia…>>

<< e per mia sfortuna… >>

<< Ma allora non dovreste andare d’accordo?>>

<< non sono affari vostri!>>

<< D’accordo, come non detto. Ma perché non potete portarci sull’altra riva?>>

<< Quella che vedi, è una barca molto speciale. Fila veloce e sicura, non ce n’è un’altra uguale su questa o su quella sponda del fiume…>>

<< Ma per essere portata contro la corrente, si deve remare in armonia e perfetta coordinazione. E io e questo cetriolo qui, abbiamo litigato!>>

<< E non riusciamo, per colpa di questa testa di rapa, a mandare la barca come si deve!>>

<< Ah, e così sarebbe colpa mia, eh?>>

<< Proprio!>>

I due fecero per accapigliarsi, ma la sorellina gridò con quanto fiato aveva in corpo.

<< fermi lì, voi due, non ci provate!>>

I due signori si bloccarono, come se li avesse richiamati all’ordine la regina in persona.

<< scusate, è che se penso a quante me ne ha fatte…>>

<< e se io penso a quante lui ne ha fatte a me…>>

Il fratellino si fece avanti, montando sul pontile di legno.

<< No, scusate voi mia sorella! Avete sentito che voce? Non conviene farla arrabbiare, ed io ne so qualcosa! Vedete, a volte non è semplice andare d’accordo, nemmeno tra fratelli. E allora ci si mette a discutere, a litigare. E per un po’ non si riesce a pensare che alle cose brutte che le altre persone ci hanno fatto. E non si riesce proprio a perdonarle! O nel vostro caso, non si riesce più a mandare la barca nella giusta direzione!>>

<< A volte mio fratello mi fa proprio arrabbiare…>> disse la sorellina, raggiungendolo. << Però abbiamo scoperto un antidoto alla rabbia. Ce lo hanno insegnato i nostri genitori!>>

<< Quando uno dei due fa arrabbiare l’altro, subito deve pensare alle volte che lo ha fatto ridere, o ha fatto un gesto gentile, o ci si è divertiti assieme>>

<< E un bel pensiero ne porta sempre un altro con sé, e vedrete, in poco tempo non vi ricorderete nemmeno perché eravate arrabbiati!>> 

I due signori guardarono incuriositi il fratellino e la sorellina, e decisero di provare. Partirono a parlare insieme, e subito, invece di discutere su chi dovesse iniziare, insistettero affinché l’altro cominciasse. Il solo pensiero di dover condividere un ricordo divertente aveva migliorato il loro umore.

Alla fine uno di loro cominciò, ricordando quando tanto tempo prima l’altro era finito nel fiume per rincorrere una ranocchia, e l’altro lo aveva aiutato a tornare sulla barca. L’altro signore ricordò quando da bambini si erano perduti nel bosco, ed il fratello maggiore aveva dormito abbracciato a lui per scaldarlo e confortarlo. Andarono avanti così per due ore buone, con i nostri piccoli eroi molto felici di ascoltare tanti aneddoti divertenti.

Alla fine, si abbracciarono e tra una risata e una lacrima, dissero loro di non ricordare nemmeno più perché ce l’avessero tanto l’uno con l’altro.

<< Il perdono è magico, vedete? infonde nuova energia e cancella il rancore!>>

I due signori saltarono sulla barca e fecero attraversare il fiume ai piccoli fratelli, orgogliosi di fargli vedere con che maestria riuscissero a manovrarla in perfetta armonia. In un battibaleno furnono sull’altra sponda, e i quattro si salutarono con affetto.

<< Buon viaggio e buona festa!>>

<< Arrivederci, e mi raccomando, non litigate di nuovo!>>