2021 un anno importante

Il 2021 appena trascorso è stato per il Forum trentino per la pace e i diritti umani un anno intenso, complesso ed entusiasmante. Gli ostacoli dettati dalla altalenante situazione pandemica sono diventati in realtà stimolo ad un approccio flessibile, ad una prontezza a modificare il proprio cammino cercando una strada migliore.

L’equilibrio nel suo complesso, un po’ come nell’andare in bicicletta, è dato dal movimento non dallo stare fermi. Ed è così che guardando indietro ci siamo trovati con un anno in cui le attività sono letteralmente esplose, sommando alla normale operatività tutti i ragionamenti, i gruppi di lavoro, le riflessioni relative al nostro trentennale. Trovate qui quindi una serie di materiali scritti e visuali per raccontare il nostro 2021.

I testi

Innanzitutto la nostra relazione riassuntiva delle attività dove, in relativamente poche pagine potete trovare la traccia di quanto abbiamo fatto.
Ma se volete approfondire o capire meglio qualche progetto maggiori particolari nel nostro resoconto completo dove con maggiore dettaglio viene descritto anche il processo di costruzione degli eventi ed attività

Le infografiche

Raccontare un anno di attività richiede anche una grande capacità di sintesi e di saper evidenziare i punti salienti, quantitativi di quanto è avvenuto e questo lo potete trovare nella presentazione che descrive il 2021 e detta la linea iniziale del 2022.

Ma comunicare bene vuol dire anche presentare le attività in modo efficace e questo pensiamo sia riscontrabile soprattutto nel nostro bilancio sociale 2022.

Un’idea disarmante

Venerdì 18 febbraio, alle 18.00, in Fondazione Caritro ci vediamo per la prima presentazione pubblica del racconto collettivo dei 30 anni del Forumpace: “Un’idea disarmante” (People) è tutto questo e molto altro.

È una cassetta degli attrezzi: colleziona consapevolmente pensieri, azioni, pratiche, impegni collettivi nella speranza che radici comuni servano per costruire un futuro condiviso. Un futuro per tuttǝ.

Ne parleremo assieme a Marta Villa, curatrice del lavoro, a Stefano Catone, della casa editrice People, alla referente di UniTN Ester Gallo. Al Presidente del onsiglio Provinciale Walter Kaswalder e al Presidente del Forumpace Massimiliano Pilati il compito di salutare e presentare l’incontro.

Diego Andreatta, direttore di Vita Trentina, modererà la serata.

Pace e diritti sono sempre state nella storia idee disarmanti che hanno trasformato la prospettiva di chi aveva solo la violenza come alternativa. Oggi, nelle crisi in cui siamo immersǝ, questa visione rovesciata è l’unica che ci rimane: è un’intuizione che può dar vita a percorsi non ancora esplorati, intraprendere scelte inedite, percorrere il presente con un rinnovato senso civico. Per farlo, serve ritrovare lo slancio della grande rivoluzione nonviolenta, che trent’anni fa ci invitava a «disarmare la ragione armata» attraverso nuove forme di ibridazione e coordinamento tra istituzioni e società civile.

Nello stesso momento nasceva il Forum trentino per la pace e i diritti umani, di cui questo libro è un autoritratto polifonico che attraversa generazioni, sfide, traguardi, ritardi e involuzioni.

«Abbiamo bisogno dell’impegno di tutti per la pace contro ogni guerra e contro ogni violenza, a sostegno dei diritti di tutte le creature viventi e di tutte le minoranze.»

XIV Dalai Lama

Donne dell’Islam e impegno pubblico: un convegno a Trento

“Donne dell’Islam, società italiana e impegno pubblico”: è questo il titolo del convegno organizzato dall’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne per venerdì 4 febbraio 2022, dalle ore 17.30 presso la Sala Conferenze della Fondazione Caritro, a Trento

Nato nel 2019, l’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne è un’iniziativa mossa dall’impegno di 22 donne di diverse tradizioni religiose (cristiane protestanti – luterana, metodista, valdese, battista, avventista, pentecostale -, cattoliche, ortodosse, ebraiche, islamiche, induiste, buddhiste) e finalizzata a realizzare incontri, dibattiti e favorire il dialogo e la consapevolezza nel contrasto alla violenza sulle donne.

L’incontro, moderato da Adel Jabbar, vedrà la partecipazione di Sumaya Abdel Qader, sociologa e ricercatrice, Fedoua El-Attari, poetessa e promotrice culturale, Marisa Iannucci, esperta di studi islamici e questioni di genere e Ouejdane Mejri, informatica e presidente dell’associazione Pontes.

Torna Promemoria Auschwitz

Riparte il lavoro di avvicinamento all’appuntamento con “Promemoria Auschwitz 2022” di Deina Trentino Alto Adige: il progetto, dopo le difficoltà del 2021, riparte per coinvolgere ragazzə da tutta la Regione. Insieme a decine di altrə provenienti da tutta Italia, seguiranno un percorso di formazione e avvicinamento, perché vedere Auschwitz, oggi, e coglierne il significato, le implicazioni e le complessità non può prescindere da una prospettiva che non si limiti alla memoria nazionale ma sappia allargare lo sguardo a una dimensione europea e universale.

Per costruire una società civile virtuosa e partecipata, capace di cogliere le sfide future e di crescere con esse, è necessario partire dall’educazione e dal coinvolgimento delle giovani generazioni, e lə ragazzə allə quali ci rivolgiamo sono oggi prima di tutto cittadinə europeə.

Dal sito di Deina

Per partecipare compila il modulo online entro il 10 febbraio 2022.

Il percorso di formazione e avvicinamento al tema della Shoah e alla costruzione di una memoria collettiva attorno alla seconda guerra mondiale verrà svolto con laboratori didattici che alternano momenti di lezione frontale a workshop interattivi gestiti con il metodo dell’educazione fra pari

I laboratori sono l’ossatura del percorso di formazione, il mezzo necessario per poter affrontare l’esperienza con una preparazione adeguata e viverla in modo consapevole e costruttivo. Per ciascuna regione, saranno proposti approfondimenti che valorizzino le storie e memorie locali e le risorse presenti sul territorio (Università, Istituti Storici, Fondazioni, Associazioni, ecc.) dando vita a una rete di collaborazioni.

L’esperienza del viaggio e della visita dei luoghi riguarderà tanto il piano locale, con la visita dei luoghi cittadini e regionali che sono stati scenari chiave di quel periodo, sia il piano nazionale e transnazionale, con la visita, in Polonia, dell’ex ghetto di Cracovia e degli ex campi di concentramento e sterminio di Auschwitz e Birkenau.

Guardare alla storia delle persecuzioni e degli stermini della seconda guerra mondiale significa infatti costruire la consapevolezza che i processi che ne furono alla base sono parte di un passato comune, così come lo sono le conseguenze sociali, politiche, culturali che quella storia ha portato.

Un Green Deal per le foreste dolomitiche

Nei giorni scorsi è stato presentato il documento “Un Green Deal per le foreste dolomitiche“, un appello che il Forumpace ha sottoscritto insieme a 27 altre realtà del nostro territorio. Perché la cultura della pace e dei diritti passa e coinvolge anche i temi della sostenibilità. Perché la tempesta Vaia e i suoi effetti parlano direttamente al modo in cui concepiamo il nostro modello di sviluppo, al modo in cui stiamo nel mondo – come individui e come collettività.

Come Forumpace crediamo fermamente che sia fondamentale che tutte le componenti della società si facciano parte attiva per dare alla conversione ecologica – di cui abbiamo bisogno – gli elementi culturali, sociali e politici per essere, infine, “socialmente desiderabile”.

Questo il senso della nostra adesione al documento realizzato dal Tavolo di lavoro sul “dopo Vaia” promosso da SlowFood Trentino. Il documento non rappresenta che un primo passo. Nelle prossime settimane, sulla base di questo canovaccio, sarà avviata una fase di ascolto del territorio per raccogliere idee e indicazioni per dare sostanza all’idea forza di questo elaborato, ovvero la zonizzazione del territorio per delineare le risposte più appropriate a partire dalle caratteristiche specifiche dei territori colpiti da Vaia. Che si tradurranno in altrettante proposte del Tavolo di lavoro rivolte alle istitizioni locali.

Un lavoro aperto, collettivo, politico: lavorare con l’Agenda 2030 significa anche questo. Perché è necessario cambiare passo, perché non possiamo più aspettare.

Comunicare non è bla bla bla

Nuovo progetto di Servizio Civile al Forum!

Il Forumpace ha presentato un nuovo progetto di servizio civile. “Comunicare non è bla bla bla” ha lo scopo di coinvolgere un/a giovane nelle attività del Forum e, in particolare, nel ambito della comunicazione e sensibilizzazione.

Il progetto darà la possibilità al/la giovane di conoscere tanto la dimensione istituzionale quale quella associativa del Forum ma, soprattutto, gli/le darà modo di mettersi alla prova, di approfondire e sviluppare capacità per diffondere la cultura della pace e dei diritti attraverso vari strumenti di comunicazione, dai social, al sito web fino alle attività nelle scuole.

Lo scopo dell’intero progetto è quello di ripensare la comunicazione del Forum, andare oltre la semplice diffusione di informazioni e promuovere una sensibilizzazione multilaterale e multilivello.

Il progetto, della durata di 12 mesi, si svolgerà da marzo 2022 fino a febbraio 2023.

Iscrizioni aperte fino al 6 febbraio 2022. 1 posto disponibile

Per info e iscrizioni:

Riccardo Santoni: 335 17 97 117 | 0461 21 31 76 | riccardo.santoni@consiglio.provincia.tn.it

Cambiamo Rotta: un nuovo progetto di rete per Lipa

Avviata nel maggio scorso per iniziativa di una rete compatta di sei diverse realtà (Diocesi di Trento, Ipsia-Acli, Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa/CCI, Forum Trentino per la Pace, CNCA, Movimento dei Focolari), viene rilanciata ora con forza in Trentino la campagna “Cambiamo rotta!” che punta a richiamare l’attenzione sullasituazione dei migranti in viaggiosulla rotta balcanica,nel tentativo, per lo più vano, di raggiungere l’Europa, ai cui confini vengono inesorabilmente respinti. Una tragedia umanitaria che si consuma alle porte del Vecchio Continente, con l’aggravante di una chiara strategia politica portata avanti nella pressoché generale indifferenza, come documentano anche le immagini di queste ultime settimane dai confini polacchi. Un dramma accentuato dalla situazione afghana, con la fuga dal Paese tornato in mano ai Talebani.

Raccolti finora 33 mila euro: costruita una lavanderia per il campo profughi di Lipa. Nuovo progetto: l’acquisto di legna da ardere per le cucine collettive

Sulla rotta balcanica vi sono soprattutto famiglie con minori al seguito. Nei primi otto mesi del 2021(secondo dati ufficiali UNHCR)sonoquasi 12 mila i profughi entrati nella sola Bosnia Erzegovina,di cui il 30% afghani, seguiti da pakistani e iracheni.

I migranti/richiedenti asilo, accolti nei centri di transito/accoglienza in Bosnia, a fine agosto erano poco meno di tremila, ma si calcola che quasi duemila persone vivano al di fuori, negli squat e soprattutto in prossimità dei confini.

Dal gennaio del 2018, sempre secondo l’UNHCR,si sono registrate 81mila persone transitate in Bosnia Erzegovina attraverso la rotta balcanica.

La campagna “Cambiamo Rotta!” si era posta, al momento del lancio, nel maggio scorso, un obiettivo prioritario: raccogliere fondi per sostenere l’attività di accoglienza in particolare nel campo profughi di Lipa (BiH),dove operano anche volontari trentini, coordinati da Ipsia. A fine settembre erano stati donatioltre 33mila euro, trentamila dei quali già inviati per larealizzazione di una lavanderia, fondamentale per garantire un’igiene basilare e scongiurare la diffusione della scabbia. La lavanderia è stata inaugurata nelle scorse settimane a Bihać (negli spazi della Croce Rossa) ed è a servizio dei migranti del campo di Lipa, ma anche della popolazione bosniaca in situazione di povertà. Il progetto per ora è finanziato sino a marzo 2022, con copertura dei costi di funzionamento e del personale locale impegnato.

Ma la campagna non s’arresta e rilancia. L’approssimarsi dell’inverno renderà più difficili le condizioni di queste persone in transito e accolte nei campi. Tutti ricordano le immagini dei profughi in fila, al gelo, in strutture inadeguate o danneggiate da eventi imprevisti, come l’incendio che lo scorso anno distrusse la maggior parte dei tendoni del campo di Lipa.

Prossimo obiettivo di “Cambiamo Rotta!” è dare sostegno al progetto delle cucine collettive a Lipa. Ai migranti viene data infatti la possibilità di cucinare, seppure su bracieri e fuochi da campo. Le organizzazioni umanitarie (Ipsia in particolare) si impegnano dal canto loro ad approvvigionare la legna per le cucine e organizzare momenti di comunità legati al cibo. Esso diviene così veicolo di emancipazione (poter cucinare secondo le proprie tradizioni e gusti) e di conoscenza reciproca, in ambienti riscaldati e dunque un po’ più accoglienti in vista del rigore invernale.

Per questo progetto servono poco meno di 4000 euro al mese per legna e le attività correlate alla cucina collettiva.

Per contribuire, con la causale PROGETTO BALCANI:

Opera Diocesana Pastorale Missionaria Cassa Rurale Alto Garda IBAN: IT 28 J 08016 05603 000033300338. Conto corrente postale n. 13870381.

Per i privati che usufruiscono della DETRAZIONE IRPEF Opera Diocesana Pastorale Missionaria – sezione ONLUS Cassa Rurale Alto Garda IBAN: IT 70 L 08016 05603 000033311172. Conto corrente postale n. 30663371.

PER UN NUOVO MODELLO DI TUTELA PER I DIRITTI UMANI E DI CHI LI DIFENDE

Nel mondo le persone difensore di diritti umani ed ambientali sono sotto attacco. Una recrudescenza che va di pari passo con l’accaparramento di terre e risorse e che si alimenta dell’erosione dei sistemi democratici. 

Società civile, organizzazioni sociali, università ed istituzioni stanno anche in Italia collaborando per  realizzare programmi di protezione ed accompagnamento per stare al fianco di chi è in prima linea nelle lotte contro le discriminazioni e le ingiustizie:  difensore e difensori dei diritti umani e dell’ambiente sono il volto visibile di quella parte dell’umanità che si mobilita lavorando e lottando per un futuro migliore ed un un sistema socioeconomico più equo. 

Sono persone scomode perché si oppongono a dittature e regimi oppressivi, si battono per la libertà di espressione,  contro le discriminazioni e le ingiustizie; sono giornalisti che documentano abusi, docenti e ricercatori, attiviste ed attivisti che difendono acqua, terra, ecosistemi, territori sacri. 

Le persone difensore dei diritti umani sono il volto visibile di movimenti, organizzazioni, comunità, popoli che rivendicano il proprio diritto a esistere, a mobilitarsi, a difendere la propria dignità.

Il nostro Paese, grazie alla proposta  della società civile attiva – organizzata nella piattaforma In Difesa Di –  ha recepito nel 2018 le linee guida europee in materia. Alcune città italiane hanno coraggiosamente raccolto la sfida e sono partiti i primi programmi di “Temporary Relocation”, ovvero un’ accoglienza temporanea per persone difensore, solitamente di 3 o 6 mesi, per permettere loro di ricevere protezione, di riposarsi, di riprendersi da traumi, di denunciare e creare alleanze internazionali. 

Trento, prima città ad assumere il ruolo di “Città In Difesa Di”, sta sperimentando insieme a Padova la prima esperienza di accompagnamento e protezione di alcuni difensore/i. I due ospiti del programma saranno presenti all’incontro, osservando le necessarie linee guida per la loro sicurezza ed incolumità. 

L’evento del 16 dicembre, ospitato dall’Università di Trento, nella sua prima parte presentarà il lavoro della ricercatrice Marzia Deflorian, al tempo collaboratrice dell’associazione trentina Yaku: “Le esperienze di Temporary relocation come luoghi di protezione per le attiviste e gli attivisti dei diritti umani. Linee guida per la creazione in Trentino di una Città In Difesa Di per difensore dei diritti umani minacciate”, che grazie alla supervisione scientifica del Centro Studi Difesa Civile e alla guida accademica dell’Università degli Studi di Trento, ha permesso di indagare e raffrontare i principali programmi di protezione per Human Rights Defenders (HRD) in Europa, ed aiutare così la costruzione di linee guida utili per territori ed istituzioni italiani. Un lavoro promosso da Fondazione Caritro, che ha voluto credere in un percorso innovativo e rivolto in primis alla popolazione trentina, ma che ha avuto rilievo su tutto il territorio nazionale, in stretta connessione con i partner europei coinvolti.

Saranno presenti: la ricercatrice Marzia Deflorian, la responsabile scientifica, professoressa Luisa Del Turco del Centro Studi Difesa Civile, la responsabile accademica e presidente di “Scholar at risk” (SAR) professoressa Ester Gallo, e le associazioni coinvolte, ovvero Yaku ed il Forum Trentino per la Pace ed i Diritti Umani.  Ospite d’eccezione, la docente e ricercatrice yemenita Ghanya Al Naqeb già docente di scienze alimentari dell’università di Sana’a nello Yemen e attualmente impegnata presso il Centro Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università di Trento grazie all’appoggio e alla protezione del programma per docenti minacciati di SAR .

La seconda parte dell’incontro sarà invece dedicata ai Programmi delle Città Rifugio: Trento e Padova in primis, ma anche Verona, che ha da poco promosso con una mozione, l’affiliazione della città alla rete delle Città Rifugio in Italia. 

Per Trento il Centro per la Cooperazione Internazionale – con la direttrice Chiara Sighele – che sta coordinando il programma, illustrerà sfide e difficoltà di questa prima accoglienza, che gestirà in maniera coordinata fino a marzo con il Nodo Padovano In Difesa Di, per cui interverrà Marco Ramigni di Operazione Colomba.

Ma soprattutto, saranno i due difensori a raccontarsi: provenienti dall’Africa, impegnati in attività di denuncia e giornalismo per i diritti delle donne e dei bambini, hanno subito una pesantissima azione di pressione e minaccia, acuita dall’uccisione di alcuni colleghi negli ultimi mesi. 

Trento e Padova si sono immediatamente offerte di dare loro supporto, permettendo anche ai nostri territori di poter, con questa esperienza, crescere civilmente e politicamente.

L’incontro sarà aperto dai saluti istituzionali del Comune di Trento, nella persona dell’Assessora alle Politiche Sociali, Chiara Maule, e coordinata da Yaku.