CALL 2018

Anche quest’anno, il Consiglio della pace ha deciso di indire una call per le associazioni del Forum.

Il tema scelto per il 2018 è  Resistere Oggi: sul mondo aleggia un clima di violenza e l’unica risposta che viene caldeggiata è quella della violenza guerrafondaia e militare. Una risposta che sembra aver dimenticato e messo da parte il mondo della nonviolenza.
Da queste premesse, si è pensato alla resistenza nelle sue varie declinazioni:

Resistenza allo scoramento;

Resistenza alla voglia di lasciarsi andare al “non posso farci niente”;

Resistenza al lasciarsi attrarre dall’odio, dal lato “oscuro” (per citare un film);

Resistenza alla chiusura, al cinismo, alla volgarizzazione di tutto e alla “caciara social” che trasforma tutti in nemici, semplicemente se la si pensa diversamente.

Resistenza alla violenza guerrafondaia che tutto avvolge con la sua lugubre cappa di morte.

Resistenza, per dirla come Martin Luther King, non solo allo “stridente clamore delle persone cattive, ma al silenzio spaventoso delle persone buone”, diceva sempre Martin Luther King (anche lui barbaramente ucciso il 4 aprile 1968).

Con la call viene chiesto alle associazioni facenti parte del Forum di sviluppare iniziative (individualmente o in collaborazione tra di loro) inerenti al tema.

BANDO

Trova il Mondo in Trentino

Dopo la mostra di lancio presso Palazzo Trentini con gli scatti di G. Piscitelli e P. Piovano, un corso di fotografia sociale e il conseguente concorso fotografico, “Trova il Mondo in Trentino” prosegue con la mostra fotografica. Fino al 15 luglio sarà possibile visitarla presso i portici di Palazzo Crivelli in Via Maier a Pergine.

A Pergine saranno esposte le fotografie finaliste e vincitrici del concorso, incentrato sul tema interconnessioni.

“Le fotografie esposte raccontano la visione dei fotografi e delle fotografe rispetto alle:

  • Interconnessioni ambientali, dal cambiamento climatico, alla presenza significativa del turismo di massa, dall’inquinamento di una mobilità complessa ai sistemi di produzione su larga scala;
  • Interconnessioni commerciali, dato che il commercio è elemento di scambio e relazione, dipende dal sistema di trasporto e distribuzione, rappresenta un luogo di conoscenza e ricchezza;
  • Interconnessioni culturali, i mille volti delle culture che si miscelano e si incontrano, che cambiano nel tempo per le relazioni tra le persone, gli scambi e le nuove conoscenze;
  • Interconnessioni sociali, uomini e donne che si spostano da un territorio all’altro facendo emergere mille domande rispetto al viaggio, o ai viaggi, rispetto alla vita prima della partenza ed ovviamente anche all’arrivo, magari temporaneo, nei nostri territori.”

Il progetto, gestito da GTV – Gruppo Trentino Volotnariato in coordinamento con CAM – Consorzio Associazioni con il Mozambrico e ATB – Associazione Trentino Balcani, è stato resto possibile anche grazie al  supporto del Festival Fotografia Etica.
Partners: Virajao & Jangada, Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani, Centro per la Cooperazione Internazionale.
Con il sostegno della Provincia Autonoma di Trento – Attività Internazionali.

Le immagini finaliste e quelle premiate sono visualizzabili su: Galleria immagini

Contro il Muro

Era il 1989 quando il muro che divideva in due la città di Berlino venne distrutto e una popolazione così vicina, ma al tempo stesso così lontana poté rincontrare e riabbracciare l’altra metà.
Siamo abituati a studiare i muri come strumento di divisione e protezione lontani da noi, ma cosa succederebbe se all’improvviso venissero eretti dei muri tra i vicoli della nostra città?

“Contro il Muro” è un’iniziativa che vuole far riflettere sui muri fisici e mentali che la nostra società può creare e su come a volte basta poco per distruggerli.
Lunedì 25 giugno, dalle 18.00 alle 22.00, dieci associazioni locali impegnate nella promozione culturale e nell’inclusione sociale (Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani, Cinformi, Associazioni F.I.L.I., Cooperativa Samuele, Cooperativa Città Aperta, Centro Astalli Trento, Atas Onlus, Associazione InCo, Associazione Il Gioco Degli Specchi, Associazione 46° Parallelo – Atlante delle Guerre e dei Conflitti) hanno installato in cinque punti diversi check-point per far riflettere la cittadinanza sui pregiudizi che condizionano le nostre azioni.

  • via Esterle
  • piazza d’Arogno
  • via Garibaldi
  • via Mazzini
  • via delle Orne

L’installazione in via Esterle ha visto la collaborazione di 20 ragazzi provenienti da Francia, Germania, Israele e Italia coinvolti in uno scambio sul dialogo inter-religioso.
I ragazzi hanno chiesto ai passanti di poter dare la loro opinione su alcune domande riguardanti la religioni, come:

  • come possono le religioni vivere in pace insieme?
  • che cos’è per te la religione?
  • qual è la differenza tra religione e spiritualità?

I ragazzi hanno così potuto instaurare un dialogo coi passanti sulle differenze culturali e religiose, confrontandosi su diversi temi.
Le risposte dei passanti sono state affisse ai cartelloni preparati dai ragazzi, che le hanno poi utilizzate per approfondire tra di loro gli argomenti.

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Supereroi Reali

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Con la restituzione di Martedì 5 giugno nella scuola elementare di Madonna Bianca è giunto alla sua conclusione il lungo percorso di “Supereroi Reali”. Un’iniziativa promossa dal Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani, dal Centro per la Cooperazione Internazionale e da Non Profit Network – CSV Trentino, che ha portato nelle scuole laboratori sull’educazione alla cittadinanza globale e sugli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Questo è stato possibile grazie al coinvolgimento di diverse associazioni (46° Parallelo, Cooperativa La Bussola, GTV, Mlal, Mazingira e Yaku) che hanno collaborato nella realizzazione dei laboratori. A loro e alle maestre il più grande ringraziamento.

#PerchèMiRiguarda Le Fasce Bianche il 31 Maggio a Palazzo Thun

Sarà una manifestazione per ricordare una pace che non c’è ancora, quella in Bosnia. Sarà una manifestazione per ricordare le troppe volte in cui una guerra è terminata, senza però portare la pace. Sarà una manifestazione per ricordare che l’assenza di pace “Ci riguarda” sempre, perché dove non c’è pace non ci sono diritti, giustizia, equità economica, democrazia. Il prossimo 31 maggio, alle 17.30, a Trento, manifesteremo per tutto questo. Lo faremo indossando delle fasce bianche, così come faranno quel giorno e più o meno a quell’ora a Prijedor, città della Repubblica Srpska – la parte serba della Bosnia Erzegovina – e in altre 75 città europee. Per capire la ragione, dobbiamo conoscere una storia. Il 31 maggio di qualche anno fa un ragazzo giovane, Emir Hodžić, si legò al braccio una fascia bianca e si mise solo, in piedi, nella piazza del municipio. Non disse nulla. Rimase zitto. Voleva protestare contro l’assordante silenzio delle autorità di Prijedor. Voleva si condividesse il ricordo di quello che era accaduto vent’anni prima, il 31 maggio 1992. Quel giorno, a Prijedor, era arrivato l’odio. Le autorità serbe di Prijedor, obbligarono tutti i cittadini non-serbi a mettere uno straccio o un lenzuolo bianco alle finestre di casa. Per essere riconoscibili anche fuori, in strada, furono obbligati a mettere una fascia bianca al braccio. Così, iniziò la tragedia. In pochi mesi 31.000 civili di Prijedor, tutti rigorosamente non serbo–ortodossi vennero rinchiusi nei lager. 53.000 persone furono vittime di persecuzione e deportazione. Quelli uccisi furono 3.173. 102 erano bambini. Oggi la guerra è formalmente finita in Bosnia Erzegovina. Non si spara più, ma non c’è stato alcun gesto di riconciliazione. Lo stesso accade in Kosovo, a Cipro, nella Repubblica Democratica del Congo, in Rwanda: guerre finite che non conoscono la pace. Le fasce bianche di Prijedor, ci aiuteranno a ricordare tutto questo. Ci troveremo a Palazzo Thun, nel cortile, il 31 maggio alle 17.30. Il Comune di Trento ha concesso lo spazio, aderendo di fatto alla manifestazione. Tante associazioni saranno della partita. Saremo lì per ricordare che le ingiustizie vanno ricordate. Saremo lì per ricordare che le vittime vanno ricordate. Saremo lì perché tutto questo “Ci riguarda”.

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Trento: prima shelter city d’Italia

Dopo l’approvazione della mozione 190 del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento (consultabile qui), la quale impegna la giunta provinciale «ad attivare come Provincia di Trento sul proprio territorio programmi di protezione temporanea e training per Difensori dei diritti umani minacciati (su esempio delle “città rifugio” in Olanda e del programma di protezione del Paese Basco)», arriva anche l’approvazione del Consiglio Comunale, dove è stata approvata con 22 voti favorevoli e 3 astenuti.

La mozione che vede Trento diventare la prima shelter city (città rifugio) d’Italia prevede un periodo di protezione temporanea (dai 3 ai 9 mesi) per coloro che difendono i diritti umani nel mondo. Questo piccolo lasso di tempo ha un duplice obiettivo: permette, innanzitutto, al difensore dei diritti umani di avere un periodo di tregua, nel quale può “prendere fiato” per poi tornare nel suo paese d’origine a difendere la causa.
Infine, mette in risalto la figura del difensore, che godendo di visibilità internazionale è meno propenso a subire attacchi.

Si tratta di persone che agiscono pacificamente per la promozione e la protezione dei diritti umani. «Secondo la Dichiarazione delle Nazioni Unite siglata il 9 dicembre 1998, il Difensore dei diritti umani (Human Rights Defender) è un termine utilizzato per descrivere una persona che, individualmente o insieme ad altre, agisce per promuovere o proteggere i diritti umani in modo non violento. È un difensore chi si oppone a dittature e regimi oppressivi, chi si batte per la libertà di espressione, chi lotta contro la discriminazione e le ingiustizie, chi documenta abusi dei diritti umani e chi difende l’ambiente». Si può leggere nella mozione depositata.

Secondo il rapporto di Front Line Defenders, nel 2017 sono stati uccisi 312 difensori in 27 diversi paesi, di questi 312 «l’80% avvenne in Brasile, Colombia, Mexico e le Filippine[…], ma è la criminalizzazione l’elemento maggiormente scelto per ostacolare e delegittimare il loro lavoro, imprigionandoli spesso con false accuse» (Annual Report on Human Rights Defenders at Risk in 2017, pg 6).

«L’Unione europea, oltre ad avere predisposto una “Piattaforma di coordinamento per l’asilo temporaneo dei difensori dei diritti umani” (European Union Human Rights Defenders RE location Platform – EUTRP), ha fornito le linee guida per organizzare programmi di protezione dei difensori (Ensuring protection – European Union Guidelines on human rights defenders del 2004)» continua la mozione ricordando che alcuni paesi, come l’Olanda e la Spagna, hanno già aderito a questa piattaforma.
Con l’approvazione della mozione 190 in Consiglio Provinciale il 31 Gennaio 2018, e con la conferma arrivata pochi giorni fa nel Consiglio Comunale, per la prima volta in Italia un ente istituzionale si impegna concretamente per la protezione e la difesa degli attivisti internazionali, dopo un percorso che ha visto la collaborazione attiva tra enti locali e istituzionali (Yaku, Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani, PBI Italia, Amnesty Trento, sono solo alcuni degli enti coinvolti) che ha portato alla discussione ed approvazione della mozione in Consiglio Provinciale prima, e in Consiglio Comunale poi. Un percorso che è stato elogiato anche a Padova dal Centro di Ateneo per i Diritti Umani, che ci ha invitato per condividere il percorso.

Un’iniziativa importante che speriamo possa prendere forma al più presto.

 

In Cammino per la Pace – dal Brennero a Palermo

Io la Pace ce l’ho dentro, ce l’ho nel cuore e vorrei fare qualcosa anche nel mio piccolo

Ci diceva il signor Sandro Chistè mentre ci raccontava della sua iniziativa. Un’iniziativa ambiziosa, quella di percorrere oltre 1800km a piedi dal Brennero a Palermo, ideata qualche anno fa mentre percorreva a piedi, assieme alla figlia, le regioni italiane ed è rimasto colpito dalla quantità di cimiteri militari, dal numero di lapidi, dalle vittime della Grande Guerra.
Sandro non è nuovo in questi lunghi tragitti a piedi. Pochi anni fa percorse fino a Cesena a piedi, accompagnato dalla figlia, privo di soldi per ritrovare un senso di povertà e umanità, ospitato dalle persone che trovava lungo il cammino.

Lui si definisce uno qualunque, una persona semplice, solo un pensionato che vorrebbe fare qualcosa per la pace e per la memoria dei caduti. E allora ecco che è nata l’idea di percorrere l’Italia da Nord a Sud, in occasione del centenario della prima guerra mondiale, con la bandiera della pace appresso, ancora una volta chiedendo ospitalità alle persone incontrate lungo il percorso, per conoscere le loro storie e far conoscere la propria, il motivo del cammino, le memorie dei parenti prigionieri durante la guerra.

Con l’avvicinarsi della data di partenza molte persone ci hanno contattato, desiderose di accompagnarlo per un breve tragitto, di conoscere meglio la persona, di poterlo intervistare o anche solo parlarci.
Calorose sono state le risposte arrivate da ogni angolo dell’Italia. Bressanone, Trento, Vallelaghi, Rovereto, Dolcè, Pontassieve, Acquasparta sono solo alcuni dei comuni che si sono offerti di ospitarlo e riceverlo e che ringraziamo infinitamente per la loro disponibilità.

In questi momenti lui procede, zaino in spalla, fermato e accompagnato dai passanti che hanno sentito del suo percorso. Ci racconta attraverso sua figlia del calore umano che sta ricevendo e ci ringrazia di avergli dato una mano nell’organizzazione, ma siamo noi a ringraziare te per quello che stai facendo, per la grande grinta, per la passione e per l’enorme cuore.

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Donne per la Pace

Ritengo che la donna sia la personificazione di quella che io chiamo “nonviolenza”, che significa amore infinito capace di assumere il dolore.
Permettiamo alla donna di estendere questo amore a tutta l’umanità. A lei è dato di insegnare la pace ad un mondo lacerato (Mahatma Gandhi).

Ed è con queste parole di Gandhi che Violetta Plotegher, vicepresidente del Forum Trentino per la pace e i diritti umani introduce “Donne per la Pace” una tavola rotonda tutta al femminile per parlare del ruolo delle donne nelle sfide globali e nella promozione della pace, con due ospiti d’eccezione: Lisa Clark e Martina Pignatti Morano.

Lisa Clark, di Beati Costruttori di Pace e referente per il disarmo nucleare della Rete Italiana per il Disarmo ci ha parlato del suo percorso con ICAN – campagna internazionale per la messa al bando delle armi nucleari, nata nel 2007 e vincitrice del Premio Nobel per la Pace nel 2017, e del terrore dell’ordigno atomico, che nonostante non sia stato più utilizzato in guerra dalle due esplosioni in Hiroshima e Nagasaki,  ha continuato negli anni a essere utilizzato per diversi test militari nelle zone meno abitate del mondo. A questo proposito è stato sottoscritto dalla maggior parte dei paesi dell’ONU il Trattato per la non proliferazione nucleare, il quale prevede che gli stati che sono entrati in possesso dell’arma nucleare prima del trattato le possono detenere legalmente, ma si impegnano altresì, da una parte a ridurre il proprio arsenale e, dall’altra, a fare in modo di non facilitare l’acquisizione di questi ordigni ad altri stati.
Ad oggi, l’unico stato in possesso di armi nucleari che ha smantellato completamente il proprio arsenale è il Sudafrica, che nel 1991 distrusse le sue 6 testate.
Questo lungo lavoro si è tradotto nel Trattato per l’abolizione delle armi nucleari del 2017. Trattato che non è stato ratificato dall’Italia (servono le ratifiche di almeno 50 stati per diventare effettivo).

ICAN – International Campaign to Abolish Nuclear weapons riporta il tema del bando delle armi nucleari al centro dell’attenzione della comunità internazionale, incentrandosi su un punto di vista umanitario e non da un punto di vista strategico-militare, ed è per questo motivo che più di 120 paesi hanno aderito alla campagna.

Martina Pignatti Morano, presidente di Un Ponte Per ci ha raccontato del suo impegno in Iraq e di come la nonviolenza e la partecipazione attiva di soggetti esterni riesca a portare luce, esperienza e continuità per costruire un futuro migliore in situazioni di difficoltà.
È possibile ascoltare le testimonianze al seguente link: https://www.donnefuoridalbuio.com/

I due interventi, moderati da Beatrice Taddei Saltini della redazione di Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo, si sono conclusi con le parole di Sara Ferrari, assessora all’Università e ricerca, politiche giovanili, pari opportunità e cooperazione allo sviluppo, che ha ricordato la pluralità di sforzi presenti sul territorio trentino impegnati nella pace e nella cooperazione internazionale e di come queste diverse realtà di volontariato e di associazionismo ci facciano confrontare con un mondo globalizzato per individuare la nostra posizione davanti a queste sfide.
In particolare, sono state citate la mozione per la difesa dei difensori dei diritti umani, di cui il Trentino è la prima realtà italiana a promuovere, e i corridoi umanitari con la Siria.

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