Diritti alla pace: una ricerca con gli studenti trentini

di Arianna Bazzanella


I risultati

Premessa: conoscere per educare, educare per conoscere

Nel 1997 il Forum trentino per la pace e i diritti umani con l’Istituto Regionale di Studi e Ricerca Sociale di Trento realizzarono La pace virtuale. Indagine esplorativa tra gli studenti della Provincia di Trento: una ricerca che voleva raccogliere le opinioni di un campione di circa mille studenti trentini attorno ai temi della pace e della guerra. Nell’immaginario collettivo erano ancora recenti “la Guerra del Golfo” e “La guerra nella ex-Jugoslavia”; si parlava ancora di “Obiezione di coscienza” in alternativa al servizio militare; non erano ancora dimenticati del tutto gli esperimenti nucleari di Moruroa, seppur ormai conclusi.

Cos’è cambiato 15 anni dopo? Troppo difficile rispondere a questo quesito, ma da qui, nel 2013, su impulso di Federico Zappini (allora coordinatore presso il Forum) e di Alberto Conci (docente di scuola secondaria di secondo grado impegnato nei temi dell’educazione alla pace e alla cittadinanza) è nata l’idea di riproporre una riflessione strutturata attorno a questi temi e agli atteggiamenti dei giovani nei confronti di queste tematiche.

Nasce così il progetto Diritti alla pace: una ricerca su rappresentazioni e percezioni dei giovani trentini, fortemente voluto dal Presidente del Forum, Massimiliano Pilati: uno studio, realizzato con il Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale dell’Università di Trento, che mira a indagare opinioni e atteggiamenti di un campione di circa 1.000 studenti trentini del quarto anno di scuola secondaria di secondo grado e formazione professionale attorno al tema della pace, del conflitto, della convivenza.

I dati strutturali relativi a NEET, mercato del lavoro, istruzione o fuga di cervelli, non mancano: ma cosa pensano i giovani? Cosa si aspettano? Come vivono la loro quotidianità? Sempre meno ci si interroga su questo. Eppure conoscere ciò che pensano e desiderano i nostri ragazzi è condizione irrinunciabile per sostenere un dibattito educativo costruttivo e per attivare interventi efficaci, anche nel campo dell’educazione alla pace e alla convivenza.

La ricerca Diritti alla pace costituisce un primo passo in questa direzione: un passo piccolo, ma coraggioso, visto che la letteratura non offre dati aggiornati su rappresentazioni, opinioni, atteggiamenti dei giovani italiani in generale e su questi temi in particolare.

Il Consiglio del Forum ha deciso di intraprendere questa via con un triplice obiettivo:

  • conoscere il punto di vista dei giovani;
  • tentare di costruire modalità innovative di coinvolgimento dei giovani e della comunità sui temi del conflitto e della convivenza, a partire dai risultati della ricerca e dall’attivazione di un confronto su di essi;
  • favorire la diffusione di una cultura di pace e della convivenza attraverso modalità di intervento coerenti con l’atmosfera culturale di riferimento.

Il termine “pace” deriva dal latino “pax” che, a sua volta, deriva dalla radice “pak” che significa legare, unire, fissare, pattuire: costruire pace, significa costruire legami; siglare un patto; mettere insieme ciò che è diviso: impegnarsi per la pace, quindi, significa impegnarsi per cercare e trovare ciò che unisce, ciò che rende possibile il collegamento tra realtà e esseri umani che sembrano lontani. Un sogno?

La pace non è un sogno: può diventare realtà; ma per custodirla bisogna essere capaci di sognare.

Nelson Mandela

Il piano della ricerca in breve

La ricerca prevede un modulo quantitativo e un modulo qualitativo. Il modulo quantitativo è stato realizzato tra gennaio e marzo 2015 e ha previsto la compilazione da parte di un campione di 1.026 studenti di un questionario strutturato auto-somministrato. La rilevazione è avvenuta a scuola (in aula o in aula informatica) alla presenza di un rilevatore che, dopo aver dato indicazioni sulla compilazione, rimaneva a disposizione per eventuali domande o chiarimenti.

È stato selezionato un campione di istituti di scuola secondaria di secondo grado e di formazione professionale e, all’interno di questi, le classi del quarto anno necessarie per comporre il campione.

Una parte dei questionari è stata compilata in formato cartaceo e poi inputata; una parte, compilata direttamente su supporto informatico, nel pieno rispetto della privacy e dell’unicità dei questionari (nessuno aveva la possibilità di procedere con una compilazione multipla).

Il modulo qualitativo prevede la realizzazione di alcuni focus group (interviste di gruppo) che saranno realizzati in aprile 2015 in alcuni degli istituti che hanno preso parte al modulo precedente.

La ricerca è stata realizzata dal Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale con il coordinamento di Francesca Sartori; la partecipazione di Rebecca Raspatelli, Corina Coval, Letizia Caporusso e (per il Forum) di Arianna Bazzanella e Francesca Correr.

La consulenza scientifica di Carlo Buzzi.

Documento redatto da Arianna Bazzanella – 18 aprile 2015