E noi cosa possiamo fare?

La nostra ragione disarmata necessita di un’azione collettiva, culturale e politica: sta alle nostre comunità, alla politica locale, provinciale, nazionale ed europea dare concretezza alla solidarietà e scorgere, in questi momenti così tragici, gli elementi di un mutualismo che è necessario, che è l’unica via per lottare contro le ingiustizie: apriamo canali umanitari, corridoi e reti di accoglienza. Facciamolo in modo consapevole e collettivo, riconosciamo nell’istinto ad accogliere in questo momento così grave la regola d’oro da applicare di fronte ad ogni disuguaglianza economica, sociale o culturale, nel mondo come a casa nostra.

Per questo abbiamo iniziato a raccogliere sul sito forme di azione pacifista per esprimere solidarietà concreta alle persone che vengono colpite dal conflitto in atto in Ucraina e per riconoscere il bisogno di una cultura disarmata. Per farlo, abbiamo raccolto la proposta di Giorgio Romagnoni, attivista e promotore del blog e progetto culturale Il problema degli altri.

“Se uno non riesce a lasciare i beni di questo mondo e ad amare la povertà allora questo periodo e gli anni che seguiranno porteranno non poche sofferenze”

Sophie Scholl

Come possiamo essere pacifist3 se tanto sono gli ucraini a dover affrontare gli scontri armati?

Come essere solidali con il popolo russo che subisce arresti in caso di manifestazioni di solidarietà?


Il Problema degli altri è uguale al mio

Per capire meglio e confrontarsi sulla situazione Ucraina è possibile partecipare all’incontro aperto organizzato da ilproblemadeglialtri che si tiene ogni giovedì dalle 18:00 alle 19:00.

Si può accedere all’incontro tramite questo link: meet.google.com/ivp-pzgz-dor

L’incontro è volto a far conoscere ed approfondire il documento “Azioni pacifiste per esprimere solidarietà concreta alle persone colpite dal conflitto in Ucraina e in tutte le altre guerre” e, a promuovere l’ascolto ed il confronto su diverse tematiche. Di seguito riportiamo alcuni degli spunti contenuti nel documento:

In una società frettolosa e stressata, riposare come “ampliamento dello sguardo che permette di tornare a riconoscere i diritti degli altri” (Laudato Sii).

“Ascoltare musica, passeggiare nella natura” (Sophie Scholl).

Coltivare la bellezza delle arti come forma di resistenza.

Non isolarsi: riflettere con creatività su come dare un contributo personale allo stare insieme in comunità educanti alla pace.

Chi può, iniziare a studiare e ad esercitare il satyagraha di Gandhi per intraprendere il cammino della ricerca della non violenza.

Sottoscrivere l’appello di Operazione Colomba e aderire al digiuno del 2 marzo come proposto da papa Francesco. Gandhi insegnava che il digiuno è uno strumento di lotta: possiamo usare il tempo del digiuno per riflettere, i soldi che non usiamo per mangiare per darli in beneficenza. Il digiuno può essere anche nel senso di intraprendere forme di risparmio energetico come nel punto successivo.

Segnalare profili di fake news o di incitamento all’odio verso tutte le parti in conflitto: in particolare desideriamo non identificare i popoli con i regimi che li governano.

Organizzare incontri informativi sulla dimensione storica e geopolitica del conflitto, in modo da evitare eccessive semplificazioni e capire le implicazioni per l’Europa/Unione Europea (ad es. capire i limiti della mancanza di politica estera/esercito comuni).

Partecipare alle manifestazioni di pace e appendere una bandiera della pace al terrazzo/ alla finestra.

Sostenere i corridoi umanitari e chiunque faccia servizio di accoglienza a partire dall’Unhcr (diffidare però delle raccolte fondi di enti non verificati per evitare chi lucra sull’assistenza).

Tenerci informati e/o sostenere chi sta già lavorando nei paesi limitrofi all’Ucraina per accogliere i profughi. È una grande testimonianza di umanità, accende una speranza. Ad esempio, ecco cosa succede a Sighet, una città rumena, al confine con l’Ucraina

Ridurre consumo energetico nelle proprie case e nelle faccende quotidiane: Draghi propone di riaprire le centrali a carbone, ma noi vogliamo ancora la transizione ecologica. I problemi che stiamo affrontando necessitano di un approccio olistico!

Capire il posizionamento dei diversi partiti/esponenti politici sul conflitto e ricordarsene alle prossime elezioni. 

Siamo noi cittadini la forza dei governi! Allora mostriamola: teniamo i riscaldamenti più bassi di un grado, spegniamo le luci di casa un po’ prima, e il computer quando non lo stiamo usando, facciamo andare la lavatrice solo quando è piena, i piatti laviamoli a mano. È un sacrificio piccolissimo che fa risparmiare almeno 1 kwh al giorno, che per 30 milioni di famiglie fanno 30 milioni di kwh al giorno. Fanno 1,5 miliardi metri cubi all’anno. (Milena Gabanelli)