Contro il ddl Zan, una scelta irresponsabile

Il Forum trentino per la pace e i diritti umani esprime tutto il suo sdegno di fronte alla scelta di affossare il ddl Zan, ieri, al Senato. La rabbia di fronte a questa scelta appartiene a tutti e tutte coloro che credono nei valori antifascisti dell’uguaglianza e della solidarietà e osservano, sgomenti, come per l’ennesima volta una legge di giustizia, contro le discriminazioni o per riconoscere diritti a coloro a cui sono negati, viene fermata con campagne di disinformazione che inquinano i pozzi e rendono il nostro dibattito pubblico ciò che conosciamo.

Il voto segreto ha testimoniato ulteriormente la correttezza di un vecchio adagio per cui la società, spesso, sia “più avanti” delle istituzioni: con 154 voti a favore, 131 contrari e 2 astenuti, un disegno di legge pensato per tutelare persone sistematicamente soggette ad abusi nella nostra società è stato rinviato a data da destinarsi. Una data che, con ogni probabilità, non si presenterà in questa legislatura.

Sebbene si sia parlato più volte in aula di “legge liberticida”, ricordiamo quanto espresso dall’articolo 4 del disegno di legge: “Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti”. Quali libertà vengono messe in pericolo?

Questa norma, tra le più contestate nel corso del dibattito parlamentare, sceglie di tutelare il pluralismo delle idee garantendo sempre e comunque la tutela effettiva contro ogni atteggiamento discriminatorio e violento. Una norma minima, di buon senso, che non dovrebbe essere messa in discussione se non per il timore di veder diminuito un potere che, ad oggi, rimane lo status quo: quello di poter discriminare.

Accanto al dibattito, gli applausi scroscianti che hanno accolto l’esito della votazione sono un’ulteriore pagina surreale della nostra storia parlamentare: una reazione che testimonia l’indifferenza nei confronti di questi temi e sottolinea la loro strumentalità, in questa come in altre stagioni politiche, per scontri che nulla hanno a che vedere con il riconoscimento di tutele o di diritti ma, piuttosto, altri scenari politici, come moltissimi osservatori stanno evidenziando in queste ore.

Come Forumpace, insieme alle nostre associazioni e alle realtà che fanno parte dell’Assemblea, continueremo ad operare, ogni giorno, per realizzare progetti che portino ad una maggiore consapevolezza e che lottino attivamente contro ogni forma di discriminazione: tra questi, siamo parte del progetto INGRID che sostiene e rafforza lo Sportello Antidiscriminazioni di Trento e siamo attivi, insieme al Centro per la Cooperazione Internazionale, nell’elaborazione di uno studio sull’hate speech in Provincia.

Azioni di sistema che continueranno ad affiancarsi al nostro sostegno, sincero e quotidiano, a tutte quelle realtà, a partire da Arcigay del Trentino, che ogni giorno lottano per riaffermare in concreto i valori di uguaglianza e solidarietà posti alla base della nostra Costituzione antifascista, gli stessi cui il ddl Zan fa e farà sempre riferimento.

Massimiliano Pilati

Presidente del Forum trentino per la pace e i diritti umani

Dove iniziano i diritti umani?

In piccoli luoghi, vicino a casa, così vicini e così piccoli che non si possono vedere su nessuna carta del mondo. Eppure si tratta del mondo della singola persona, il vicinato in cui vive, la scuola o università che frequenta, la fabbrica, la ditta o l’ufficio in cui lavora. Questi sono i luoghi in cui ogni uomo, donna e bambino cercano giustizia, opportunità e dignità uguali, senza discriminazione. A meno che questi diritti non abbiano un significato in questi ambiti, essi avranno poco significato altrove. Senza attività coordinate dei cittadini per far sì che questi diritti vengano seguiti nel proprio ambiente, cercheremo invano progressi nel più vasto mondo.”

Questa citazione di Eleanor Roosevelt ci ricorda come i diritti umani siano una questione che bisogna affrontare ogni giorno, nel quotidiano, e non bisogna mai dare per scontata neppure in territori che non sembrano dover essere chiamati in causa, come il Trentino. 

Così la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, diventa un testo guida, un faro che ci indica la meta ideale, ancora molto lontana, da raggiungere e nella quale stabilirsi saldamente senza tornare mai più indietro. 

La dichiarazione firmata nel 1948 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha un carattere esecutivo molto complesso che si scontra molto spesso con le interpretazioni di ogni magistratura e la sovranità degli Stati che l’hanno firmata. Daria De Pretis, giurista, accademica, avvocata, giudice della Corte costituzionale della Repubblica Italiana, ci spiega infatti come c’è bisogno di un continuo dialogo tra le varie corti per concretizzare i vari diritti enunciati, che nonostante abbiano valore giuridico sono in molte parti non ancora attuati. 

Questo è dovuto non solo alla grande complessità della relazione tra diritto Internazionale e nazionale, ma anche alla difficoltà di percepire la mancanza di un diritto, dovuta all’ignoranza, all’accettazione di determinate condizioni o semplicemente dall’impossibilità di fare altrimenti. 

Una delle critiche rivolte verso i diritti umani, è quella di essere una concezione puramente occidentale figlia dell’imperialismo bianco. A questa critica, Elisa Bertò, filosofa, ci risponde raccontando un importante episodio avvenuto nel 1968. L’allora direttrice del dipartimento di filosofia dell’Unesco, aveva chiesto a tutti i paesi membri di inviare testi di qualsiasi epoca, qualsiasi stile espressivo prima del ‘48 in cui si manifestasse un qualsiasi  senso o concezione di diritti umani. Arrivarono testi da tutti gli angoli della terra, dal 3000 a.c. fino al 1948 nelle più svariate forme artistiche e fu impressionante constatare le straordinarie similitudini che si ritrovarono anche nelle culture più diverse e lontane. 

Di diritti umani se ne parla da 5mila anni, ma non è ancora abbastanza. 

Di questo ci hanno parlato Simone Alliva giornalista di inchiesta….  e Franco Grillini ..attivista e presidente onorario Arcigay grazie alla moderazione di Carla Maria Reale, Commissione provinciale per le Pari Opportunità tra donna e uomo

Oggi la questione lgbt è sulla bocca di tutti, per fortuna, ma non è stata ancora assimilata dalla maggior parte della popolazione e per questo bisogna ancora lavorarci, discuterne, parlarne e cercare di sensibilizzare le persone sull’accettazione della diversità di genere. 

Dopo millenni di separazione netta e duale dei generi, quello che stiamo vivendo ora è una rivoluzione gentile, che come racconta Franco Grillini è partita come atto di coraggio e incoscienza di pochi, che in un contesto nel quale la parola omosessuale era innominabile, hanno intrapreso il cammino, non libero da ostacoli, verso la libertà.

Un cammino che portò,nel 1990, alla cancellazione dell’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali da parte dell OMS, ricorda Simone Alliva

Tuttavia il percorso è ancora lungo e faticoso, ma tutti possiamo e dobbiamo fare qualcosa per arrivare a raggiungere una reale libertà sia individuale che collettiva, non solamente una libertà di agire, ma soprattutto una libertà di essere. 

“La questione della diversità non riguarda solamente le persone omosessuali, ma tutti. Tutti devono trovare un posto dove possono sentirsi se stessi.Questa è la grande rivoluzione culturale.” Franco Grillini

Torna Liberi&Libere di Essere

Dal 4 maggio al 3 giugno torna “Liberi e Libere di Essere”, la rassegna di eventi a tema LGBTI+ promossa da Arcigay del Trentino con altre associazioni del territorio.

Dieci gli incontri in calendario, organizzati per celebrare il 17 maggio – Giornata internazionale contro l’omobitransfobia – e per promuovere la cultura dell’inclusione. Tanti i temi proposti: si parlerà di bisessualità, famiglie arcobaleno, linguaggio inclusivo, coming out sul luogo di lavoro, amore e diritti, violenza di genere online, letteratura per l’infanzia, diritti LGBTI+, pregiudizi e stereotipi su orientamento sessuale e identità di genere. Gli appuntamenti saranno proposti in parte online e in parte in presenza.

Un programma ricchissimo, che rilancia il dibattito sui linguaggi e sulla cultura, sul lavoro e sulle lotte della comunità LGBTI+, contro pregiudizi e stereotipi.

CALENDARIO DEGLI APPUNTAMENTI (clicca sui titoli per approfondire)