Diritti civili, ripartiamo dal nostro territorio

Lettera del nostro Presidente Massimiliano Pilati pubblicata su l’Adige del 02/11/2021

Su L’Adige di oggi, 31 ottobre, il direttore Faustini così commenta la sconcertante scena degli applausi per la riuscita della “tagliola” sul ddlzan: “Quando le istituzioni diventano un bar ai confini del mondo, a prescindere dalle forze politiche che lo trasformano in tale teatro incivile, a perdere siamo tutti noi: politica (sempre più lontana), senso dello Stato (sempre più calpestato), cittadini (sempre più sconcertati).

Da anni sono impegnato nella lotta per i diritti umani, per una società più equa, per la pace e per il disarmo. Purtroppo spesso capita che le battaglie politiche che porto avanti non vengano accolte dalle istituzioni alle quali mi rivolgo, è una cosa che chi lotta mette in conto e si va avanti comunque agendo per un cambiamento positivo della nostra Società.

Raramente però mi è capitato di assistere alla scena in cui parte dei rappresentanti della istituzione più alta della nostra Repubblica, dopo aver “bocciato” il ddl Zan, hanno schernito e offeso con la loro schiamazzante esultanza le persone che speravano invece che il ddl Zan diventasse legge per sentirsi più protetti e sicuri. PERSONE, non gay, non lesbiche, non trans, non disabili (lo sappiamo vero che si parlava anche di abilismo nel ddl Zan??) ma PERSONE. Persone con una loro dignità, un loro vissuto.

Giustamente si può essere in disaccordo con lo stile di vita che una persona sceglie per se, ma non dovrebbe mai mancare il rispetto nei suoi confronti, soprattutto da parte di chi dovrebbe invece rappresentare tutte le italiane e gli italiani, TUTTE, TUTTI (o, se vogliamo imparare ad essere inclusivi partendo dal nostro linguaggio, TUTTƏ) nessuno escluso.

In questi giorni in tutta Italia (e martedì 2 novembre anche a Trento) si stanno tenendo nelle piazze italiane numerose manifestazioni di rabbia, sdegno e denuncia di quanto successo l’altro giorno in Senato. Molte persone si sentono ferite da quanto successo e giustamente vogliono esprimere queste loro emozioni nella piazza. E’ giusto, io, pur non potendo partecipare, sarò con loro. E’ il momento di chiedere rispetto e di far valere la dignità di tutte le cittadine e i cittadini del nostro Paese. In questi giorni ho parlato con molte amiche e amici LGBT+ e ho percepito in loro tanta delusione, rabbia, senso di abbandono e sfiducia nelle nostre istituzioni.

Per questo mi permetto di lanciare un appello alle istituzioni più vicine a noi cittadini: ai nostri Comuni, alla nostra Provincia. Diamo un segnale a queste persone, facciamo sentire loro la nostra vicinanza, non solo simbolica. Pensiamo a dei dispositivi che possano andare loro incontro e soprattutto stimoliamo e facciamo pressione sul Governo e sul Parlamento nazionale perché non accadano più cose del genere e perché finalmente si pensi a tutelare parte della nostra società civile che non si sente ne rispettata ne tutelata.

La maggioranza del nostro Paese trova assolutamente normale questo. Si badi bene, non è solo una questione politica, è anche cosa culturale e infatti nell’appellarmi alle nostre istituzioni territoriali penso anche alla necessità di portare nelle nostre valli e nelle nostre case i temi dei diritti civili, del rispetto per l’altro (chiunque esso sia) e si contribuisca a creare un sereno clima di convivenza.

Nelle recenti elezioni amministrative tenutesi in varie parti d’Italia abbiamo assistito ad un pericoloso segnale di abbandono del voto da parte di moltissime persone, recuperiamo la fiducia dei cittadini e delle cittadine (TUTTƏ) nelle istituzioni, partiamo dal nostro territorio, partiamo dal Trentino.

Massimiliano Pilati
Presidente Forum trentino per la pace e i diritti umani

Contro il ddl Zan, una scelta irresponsabile

Il Forum trentino per la pace e i diritti umani esprime tutto il suo sdegno di fronte alla scelta di affossare il ddl Zan, ieri, al Senato. La rabbia di fronte a questa scelta appartiene a tutti e tutte coloro che credono nei valori antifascisti dell’uguaglianza e della solidarietà e osservano, sgomenti, come per l’ennesima volta una legge di giustizia, contro le discriminazioni o per riconoscere diritti a coloro a cui sono negati, viene fermata con campagne di disinformazione che inquinano i pozzi e rendono il nostro dibattito pubblico ciò che conosciamo.

Il voto segreto ha testimoniato ulteriormente la correttezza di un vecchio adagio per cui la società, spesso, sia “più avanti” delle istituzioni: con 154 voti a favore, 131 contrari e 2 astenuti, un disegno di legge pensato per tutelare persone sistematicamente soggette ad abusi nella nostra società è stato rinviato a data da destinarsi. Una data che, con ogni probabilità, non si presenterà in questa legislatura.

Sebbene si sia parlato più volte in aula di “legge liberticida”, ricordiamo quanto espresso dall’articolo 4 del disegno di legge: “Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti”. Quali libertà vengono messe in pericolo?

Questa norma, tra le più contestate nel corso del dibattito parlamentare, sceglie di tutelare il pluralismo delle idee garantendo sempre e comunque la tutela effettiva contro ogni atteggiamento discriminatorio e violento. Una norma minima, di buon senso, che non dovrebbe essere messa in discussione se non per il timore di veder diminuito un potere che, ad oggi, rimane lo status quo: quello di poter discriminare.

Accanto al dibattito, gli applausi scroscianti che hanno accolto l’esito della votazione sono un’ulteriore pagina surreale della nostra storia parlamentare: una reazione che testimonia l’indifferenza nei confronti di questi temi e sottolinea la loro strumentalità, in questa come in altre stagioni politiche, per scontri che nulla hanno a che vedere con il riconoscimento di tutele o di diritti ma, piuttosto, altri scenari politici, come moltissimi osservatori stanno evidenziando in queste ore.

Come Forumpace, insieme alle nostre associazioni e alle realtà che fanno parte dell’Assemblea, continueremo ad operare, ogni giorno, per realizzare progetti che portino ad una maggiore consapevolezza e che lottino attivamente contro ogni forma di discriminazione: tra questi, siamo parte del progetto INGRID che sostiene e rafforza lo Sportello Antidiscriminazioni di Trento e siamo attivi, insieme al Centro per la Cooperazione Internazionale, nell’elaborazione di uno studio sull’hate speech in Provincia.

Azioni di sistema che continueranno ad affiancarsi al nostro sostegno, sincero e quotidiano, a tutte quelle realtà, a partire da Arcigay del Trentino, che ogni giorno lottano per riaffermare in concreto i valori di uguaglianza e solidarietà posti alla base della nostra Costituzione antifascista, gli stessi cui il ddl Zan fa e farà sempre riferimento.

Massimiliano Pilati

Presidente del Forum trentino per la pace e i diritti umani

Torna Liberi&Libere di Essere

Dal 4 maggio al 3 giugno torna “Liberi e Libere di Essere”, la rassegna di eventi a tema LGBTI+ promossa da Arcigay del Trentino con altre associazioni del territorio.

Dieci gli incontri in calendario, organizzati per celebrare il 17 maggio – Giornata internazionale contro l’omobitransfobia – e per promuovere la cultura dell’inclusione. Tanti i temi proposti: si parlerà di bisessualità, famiglie arcobaleno, linguaggio inclusivo, coming out sul luogo di lavoro, amore e diritti, violenza di genere online, letteratura per l’infanzia, diritti LGBTI+, pregiudizi e stereotipi su orientamento sessuale e identità di genere. Gli appuntamenti saranno proposti in parte online e in parte in presenza.

Un programma ricchissimo, che rilancia il dibattito sui linguaggi e sulla cultura, sul lavoro e sulle lotte della comunità LGBTI+, contro pregiudizi e stereotipi.

CALENDARIO DEGLI APPUNTAMENTI (clicca sui titoli per approfondire)