Vincenzo Passerini

Presidente del Forumpace dal 1998 al 2003

«Credo che quello che le generazioni adulte, noi, possiamo avere imparato, come lo hanno imparato le generazioni precedenti, è che l’impegno per evitare le guerre e per impedire le guerre, l’impegno per la pace e per la nonviolenza, non sono una vaga utopia. È una cosa molto più concreta e reale di coloro che dicono che è la guerra che risolve i problemi. La storia del nostro tempo dimostra che le guerre cominciano e spesso non finiscono mai. I veri realisti sono stati invece i pacifisti che hanno detto che era una menzogna, che quelle guerre non erano fatte per la pace, erano e sono fatte per gli interessi. La guerra non risolve i problemi, ma li aggrava. I veri realisti sono i pacifisti e gli illusi sono i guerrafondai»

Io sono nato nel 1951 a Brentonico, vicino a Rovereto. La mia professione è quella di bibliotecario; io ho fatto il bibliotecario, l’animatore culturale. Ho curato la biblioteca di Brentonico che nasceva esattamente 50 anni fa.

Quando ero studente, le biblioteche stanno nascendo e avevano bisogno di qualcuno che le avviasse. Non c’erano assunzione di personale, non c’erano stipendi: il Comune, in collaborazione con la Provincia, dava un tanto all’anno. Quindi ho preso in mano la biblioteca di Brentonico che poi è cresciuta; nel frattempo mi sono anche laureato in pedagogia a Bologna.

Dal punto di vista professionale questo è il mio mestiere. Ho fatto 10 anni come consigliere regionale per il Trentino-Alto Adige eletto prima con nella lista de La Rete e poi con i Democratici di Sinistra, da cui nasce poi anche dalla Presidenza del Forum Trentino per la pace. Negli anni successivi, quando ho lasciato la politica, ho fatto l’editore e per alcuni anni che il direttore della casa editrice “Il Margine”.

Mi sono impegnato molto nel sociale; sono stato presidente di Punto di Incontro, la cooperativa che accoglie persone senza dimora a Trento, e poi del Coordinamento delle Comunità di Accoglienza del Trentino-Alto Adige. Questa è la mia professione culturale: un periodo di impegno in politica e un impegno nel sociale come volontario, più l’editoria, quindi un ritorno anche ai libri.

Nel 1980-81, con un gruppo di amici, abbiamo dato vita alla rivista Il Margine e contemporaneamente con altri amici, abbiamo partecipato alla nascita dell’associazione nazionale La Rosa Bianca, che prende il nome dalla “weisse Rose”, era un gruppo di resistenza al nazismo di giovani studenti universitari di Monaco di Baviera. L’associazione che ha fatto nascere Il Margine era intitolata ad Oscar Arnulfo Romero, il vescovo del Salvador che difendeva i diritti umani e che è stato ucciso sull’altare. Quindi c’è anche questa storia di nonviolenza, di passione per i diritti umani, di attenzione alla resistenza, ai totalitarismi, che mi accompagna.

Da qui nasce poi nel decennio successivo, la partecipazione alla nascita del movimento “La Rete”, a livello nazionale, siamo nel 1991, era un movimento impegnato su due fronti: l’impegno contro la mafia e l’impegno contro la corruzione, specialmente politica. Era un impegno che aveva soprattutto una valenza di riscatto morale di un’Italia che, in quegli anni, stava degenerando in Tangentopoli e vedeva la presenza dominante della criminalità organizzata. Eravamo proprio al centro di questo grande scontro tra due Italia: l’Italia della corruzione, della mafia, della criminalità, e quell’Italia che cercava invece di reagire. Noi eravamo un piccolo pezzetto di questa Italia che cercava di reagire.