Coraggio, o del Giusto contro il Corretto


Quando l’indomani mattina si misero in viaggio, la caviglia del fratellino gli dava solo un po’ di fastidio. Il dolore era scomparso ed il pensiero di essere quasi arrivati a destinazione era sufficiente a assicurare il buon umore ai nostri piccoli eroi.

A separarli dalla grande festa rimaneva solo una piccola catena di montagne dai pendii molto dolci: al di là del passo avrebbero visto la città dove l’avventura dei loro genitori era cominciata, tanti anni prima.

Arrivati allo stretto valico trovarono decine e decine di persone accampate come meglio potevano, di fronte alla piccola casermetta del doganiere.

La guardia, un giovane ragazzo in divisa da soldato, stava ritto di fronte alla sbarra di metallo che, rimanendo abbassata, bloccava il passaggio.

Tutta la gente sedeva a terra sconsolata, zaini, borse, tende erano sparse qua e là. C’era chi mangiava un panino, chi giocava a carte, bambini che si rincorrevano, ma tutti parevano avere un’aria triste e dismessa.

Fratellino e sorellina arrivarono di fronte alla sbarra, per parlare con la guardia.

<< Buongiorno! vorremmo passare per andare nella grande città. >>

Il soldato fece un saluto militare e sfoderò un sorriso imbarazzato.

<< buongiorno a voi. Purtroppo non posso farvi passare. I miei ordini dicono di lasciare giù a sbarra.>>

<< Ma noi veniamo da tanto lontano per partecipare alla festa della Pace!>>

<< Anche tutta quella gente laggiù, vedete? Anche io vorrei andare alla festa, perché anche se sono un soldato, non c’è nessuno più felice di me che la guerra sia finita! però i miei ordini sono di tenere il confine chiuso.>>

Il fratellino ci pensò un po’ su.

<< chi ti ha dato questi ordini?>>

<< Sono scritti sul dispaccio che arriva ogni primo del mese, e valgono fino a che non ne arriva uno nuovo.>>

<< E quando arriverà quello nuovo?>>

<< Beh, è in ritardo. Lo aspettavo ieri, ma ancora non è arrivato.>>

<< Ma è chiaro!>> rispose la sorellina!

<< Con tutto il daffare alla preparazione della festa, si sono scordati di avvertirti di aprire il confine!>>

<< Può darsi, ma comunque non posso aprirla se non arriva l’ordine.>>

Il fratellino lo guardò dritto negli occhi.

<< Posso farti una domanda?>>

<< Certo, sono qui per servire!>>

<< Secondo te, è giusto che questa gente non possa partecipare alla festa della pace?>>

Il giovane soldato rimase un po’ perplesso, non sapeva bene come rispondere.

<< Beh, gli ordini sono chiari, non posso far passare nessuno. >>

<< Gli ordini li ho capiti, ma tu che ne pensi?>>

<< Nessuno me lo chiede mai.>>

<< Te lo sto chiedendo io adesso. Sai che questa gente non hanno cattive intenzioni!>>

<< Certo, sono persone che hanno delle persone care in città, che vogliono tornare nel loro paese d’origine oppure che vogliono soltanto partecipare alla festa della pace! >>

<< Quindi, cos’è giusto fare?>>

Il giovane si tolse il berretto e si grattò la testa.

<< anche questa è una domanda che non mi fa mai nessuno…>>

<< e anche questa è una domanda che ti faccio io adesso.>>

Il soldato sospirò.

<< la cosa giusta sarebbe alzare questa sbarra, e far passare questa gente. >>

<< Sapere qual’è la cosa giusta da fare non basta, occorre avere il coraggio per farla! >>

Il soldato abbassò la testa e incurvò la schiena, come se sulle sue spalle fosse improvvisamente calato uno zaino molto pesante.

Poi, dopo un po’, inspirò profondamente gonfiando il petto, si mise ben eretto, sorrise ed esclamò ad alta voce:

<< Il confine è aperto! chiunque voglia andare a festeggiare la pace e sia animato da buona volontà, è il benvenuto! Mi prendo la responsabilità di quest’azione, buona festa a tutti e tutte!>>

La gente accampata nei pressi della sbarra si mise a battere le mani, a gridare di gioia e ad acclamare il giovane soldato come se fosse un vecchio amico.

Sorellina e fratellino si misero subito in viaggio, senza aspettare che tutta quella gente fosse pronta a partire, tanta era la fretta che avevano di arrivare all’ultima tappa della loro avventura.

Camminarono di buon ritmo fino ad arrivare all’imbocco della valle dove sorgeva la città che stavano cercando. I suoni lieti e le canzoni della festa arrivarono alle loro orecchie già da molto lontano, mettendo una nuova energia nei loro passi.