Gli appelli

Le 53 associazioni aderenti all’assemblea del Forum trentino per la pace e i diritti umani riunitesi in assemblea il 18 febbraio 2022 hanno approvato all’unanimità un appello per scongiurare gli attacchi russi riprendendo gli appelli del Movimento Pacifista Ucraino. Per leggere l’appello cliccare qui

A seguito degli attacchi avvenuti il Forum trentino per la pace e i diritti umani ha indetto la Manifestazione contro la guerra per una Europa di pace che ha visto, oltre alle 53 associazioni aderenti al Forumpace, l’adesione di molte altre associazioni, sindacati, partiti. L’appello “No alla guerra in Ucraina, parta subito un vero processo di Pace” e la lista degli aderenti li potete trovare cliccando qui.

Il Comune di Rovereto e le associazioni della Vallagarina si sono riunite presso la Campana dei Caduti per affermare la propria solidarietà al popolo ucraino per un Presidio di pace. L’elenco delle associazioni aderenti le potete trovare cliccando qui.

Come aiutare

Segnaliamo un paio di opportunità già attive per dare aiuto alla popolazione Ucraina create o in connessione con realtà Trentine:

Raccolta di beni di prima necessità

Associazione Rasom

A partire dal 26/02/2022 presso la sede di via Sant’Antonio, 22 TRENTO (tutti i giorni dalle 19 alle 21).

In particolare abbiamo bisogno di:

  • Coperte e cuscini con riempimento sintetico;
  • Tappetini da campeggio;
  • Sacchi a pelo, coperte termiche;
  • Biancheria per letto singolo;
  • Sacchi e sacchetti in plastica;
  • Prodotti per bambini e adulti:
  • Pannolini per bambini, pannoloni per adulti e anziani;
  • Assorbenti intimi;
  • Giacche a vento, giacche/cappotti antipioggia;
  • Biancheria termica;
  • Calzini (meglio se spessi);
  • Omogeneizzati, latte per bambini in polvere
  • Prodotti per igiene personale:
  • Salviette umide;
  • Sapone, shampoo;
  • Asciugamani, rotoli di carta asciugatutto;
  • Dentifricio, spazzolini da denti;
  • Carta igienica;
  • Prodotti alimentari (a lunga conservazione):
  • Pasta, riso, minestre liofilizzate in busta;
  • Tonno, carne in scatola;
  • Biscotti, cioccolato, dolci confezionati;
  • Frutta secca, barrette energetiche;
  • Tè in bustine, caffè solubile;
  • Piatti, bicchieri e posate monouso (no vetro/ceramica);
  • Medicinali e dispositivi medici:
  • Tachipirina;
  • Vitamine;
  • Fazzoletti bagnati per bambini;
  • Calmanti (gocce, valeriana ecc..)
  • Antibiotici, analgesici, antiemorragici, antidiarroici;
  • Cardiovascolari;
  • Mascherine;
  • Guanti monouso;
  • Garze e bendaggi, siringhe, cotone idrofilo, ovatta;
  • Antisettici e disinfettanti (no alcol etilico o infiammabili);
  • Attrezzature varie:
  • Candele, torce e batterie;
  • Radio FM portatili (anche vecchie);
  • Vecchi telefonini a tastiera (con caricabatterie);

Chi vuol dare la propria disponibilità ad aiutare come volontario nella raccolta e per informazioni può contattare:

Vozna Halyna 3479419883

Olha Vozna 3204548504

Kalapach Oleksandra 3488831652

Aiutiamoli a Vivere

L’associazione “Aiutiamoli a Vivere” raccoglie pannoloni, traverse, generi alimentari a lunga scadenza.

Il punto di raccolta è a Trento in Via Giovanni Pascoli, 11 (vicino a EuroBrico).

La Signora Larissa, volontaria dell’associazione, sarà disponibile nei giorni, lunedì, martedì, mercoledì e giovedì dalle ore 17.30 fino alle ore 19.

Raccolta fondi

Aiutiamoli a Vivere

L’associazione “Aiutiamoli a Vivere” sta promuovendo una campagna di raccolta fondi per acquistare, medicine, materiale medico/sanitario ed altro materiale richiesto dagli ospedali per i militari feriti in Ucraina.

Vi ricordo i riferimenti dell’associazione:
Associazione per gli aiuti umanitari in Ucraina “Aiutiamoli a vivere” in Trentino, con sede a Trento, in Via San Bartolomeo, 2/3.
Presidente, Angela Kotyk
Cell: 3297624220
E-mail: mariaangela87@ hotmail.it

L’iban dell’associazione è:
IT 50 A 05034 01800 000000007101

Osservatorio Balcani Caucaso e Transeuropa

Raccoglie e rilancia l’appello e la raccolta fondi della ONG Vostok SOS che dal 2014 opera per dare assistenza agli sfollati interni e raccoglie fondi per i aiutare a fornire aiuti medici e umanitari alla popolazione locale, a evacuare le persone vulnerabili e a fornire un supporto su misura per i traumi a seguito dei bombardamenti. Maggiori info qui

Altre iniziative

LAV si sta attivando per gli animali

LAV sta seguendo l’evolversi della situazione in Ucraina per verificare gli effetti sugli animali e comprendere tutte le possibilità di aiutare gli animali e le loro famiglie.

Siamo già operativi a Trento in vista dell’arrivo di profughi con animali al seguito. Forniremo prima assistenza agli animali, cibo, cure veterinarie e stalli laddove necessario.

Per interventi, richieste di informazioni contattate il team della nostra unità di emergenza al numero +39 320 479 2598

Presidio di pace – Rovereto, Campana dei Caduti

Siete tutti invitati domani venerdì 25.02 alle 18:00 per esprimere la vicinanza, la solidarietà della nostra città al popolo dell’Ucraina e alla comunità ucraina che vive a Rovereto. In queste ore così drammatiche, davanti all’aggressione armata russa e ai bombardamenti in corso su tutto il territorio ucraino, serve ogni sforzo e un’ampia mobilitazione internazionale per condannare senza ambiguità questo atto di guerra nel cuore dell’Europa che costerà vite umane e sofferenza e ribadire l’impegno comune per la pace, la democrazia e la convivenza fra i popoli.
Partito Democratico Rovereto
Futura Rovereto
Civici per Valduga
Rovereto Libera
Rovereto al centro
Lega Salvini Trentino
Unione Popolare
Europa Verde Rovereto
Sinistra Italiana Rovereto
Fratelli d’Italia Rovereto
PATT Rovereto
Rovereto per Zambelli
Rinascita Rovereto
Azione Rovereto
Italia Viva
Partito Socialista Italiano – PSE
ANPI Rovereto
Circolo ACLI Rovereto
Centro Pace, Ecologia e Diritti Umani Rovereto
Circolo ACLI Lizzana
Lucicate
Associazione Ubalda Bettina Girella
CAVA Coordinamento Associazioni della Vallagarina per l’Africa
CAV Coordinamento Accoglienza Vallalagarina
Officina Comune
Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani
Associazione Italia-Nicaragua
Solidale365 ODV
Lumen SlowJournal
Comunità capi gruppo scout Agesci, Rovereto

L’appello del Forumpace contro la guerra in Ucraina

“No alla guerra in Ucraina, parta subito un vero processo di Pace” 

Anche dal Trentino facciamo sentire la nostra convinta e ferma condanna per l’aggressione militare russa in Ucraina, episodio gravissimo, di guerra aperta e d’aggressione. Il Trentino si unisce al coro di richieste per uno stop immediato delle ostilità: il primo obiettivo deve essere il cessate il fuoco, la protezione umanitaria dei civili. Necessarie poi iniziative di demilitarizzazione e disarmo di quei territori, temi che rilanciano il bisogno di un serio dibattito e di azioni concrete della comunità internazionale per procedere al disarmo nucleare.

Il Forumpace, aderendo all’appello nazionale di Rete Italiana Pace e Disarmo, invita la popolazione trentina a partecipare alla mobilitazione prevista sabato 26 febbraio in tutta Italia e a Trento in Piazza Dante a partire dalle ore 17.00.

Condanniamo in modo fermo l’azione militare iniziata in Ucraina da parte della Federazione Russa. Ancora una volta si sceglie la follia della guerra, i cui impatti più devastanti ricadranno sui civili e le popolazioni inermi, per colpa di sete di potere, di rivendicazioni nazionaliste, di interessi particolari soprattutto legati al profitto armato.

La maggiore sfida dei prossimi decenni consisterà nell’immaginare, progettare e implementare le condizioni che permettano di ridurre il ricorso alla forza e alla violenza di massa fino alla completa disapplicazione di questi metodi. La guerra, come le malattie letali, deve essere prevenuta e curata”: era il 2015 quando Gino Strada ha pronunciato
questo discorso, valido oggi come allora. Nell’osservare l’escalation che ha portato all’invasione russa dell’Ucraina appare ancora una volta chiaro come questa guerra – come ogni guerra – poteva e doveva essere evitata. Dalla forza del dialogo, dalla costruzione paziente di ponti, da comunità capaci di essere – ciascuna nel proprio territorio – sentinella e presidio, pungolo per una politica troppe volte distratta, nodo per una rete che troppe volte si è sfilacciata.

Esprimiamo la massima solidarietà alle popolazioni coinvolte e sosteniamo tutti gli sforzi della società civile pacifista in Ucraina e Russia per arrivare ad una cessazione immediata delle ostilità e poi intraprendere una strada di vera Pace e riconciliazione. Ma rilanciamo: l’emergenza – per una volta – è tale. Sta alle nostre comunità, alla politica locale, provinciale, nazionale ed europea dare concretezza alla solidarietà e scorgere, in questi momenti così tragici, gli elementi di un mutualismo che è necessario, che è l’unica via per lottare contro le ingiustizie: apriamo canali umanitari, corridoi e reti di accoglienza. Facciamolo in modo consapevole e collettivo, riconosciamo nell’istinto ad accogliere in questo momento così grave la regola d’oro da applicare di fronte ad ogni disuguaglianza economica, sociale o culturale, nel mondo come a casa nostra.

Il primo obiettivo deve essere la protezione umanitaria dei civili, per questo motivo chiediamo alla Provincia Autonoma di Trento di attivare tutti i canali possibili per aprire subito corridoi umanitari con il Trentino e ai nostri Comuni di dare immediata disponibilità all’accoglienza di queste persone.

Alle Istituzioni internazionali, in particolare all’Italia e all’Unione Europea, chiediamo di:

  • Prodigarsi per una cessazione degli scontri con tutti i mezzi della diplomazia e della pressione internazionale, con principi di neutralità attiva ed evitando qualsiasi pensiero di avventure militari insensate.
  • Chiedere alla Russia il ritiro delle proprie forze militari da tutto il territorio ucraino e la revoca immediata del riconoscimento dell’indipendenza delle Repubbliche del Donbass.
  • Attivarsi per garantire un passaggio sicuro alle agenzie internazionali e alle organizzazioni non governative al fine di garantire assistenza umanitaria alla popolazione coinvolta dal conflitto.
  • Chiedere il riconoscimento da parte dell’Ucraina dell’autonomia del
  • Donbass prevista dagli accordi di Minsk ma mai attuata, il rispetto della popolazione russofona, la cessazione dei bombardamenti in Donbass, lo scioglimento delle milizie
  • Una volta arrivati al cessate il fuoco prodigarsi per una conseguente de-escalation della crisi nel pieno rispetto del diritto internazionale, affidando alle
  • Nazioni Unite il compito di gestire e risolvere i conflitti tra Stati con gli strumenti della diplomazia, del dialogo, della cooperazione, del diritto internazionale
  • Cessare qualsiasi tipo di ingerenza indebita nella vita interna dell’Ucraina 
  • Favorire l’avvio di trattative per un sistema di reciproca sicurezza che garantisca sia l’UE che la Federazione Russa.

Una volta cessati gli scontri la soluzione per una vera strada di Pace non potrà comunque essere il militarismo, ma dovrà partire dal coinvolgimento democratico, dal mutualismo, da una cooperazione internazionale che costruisca reti tra territori lontani, da scelte forti di demilitarizzazione e disarmo. Ancora una volta ribadiamo infatti che la strada per la pace c’è sempre. Si chiama equa distribuzione delle risorse, disarmo, sicurezza condivisa e multilateralismo.

Crediamo, purtroppo, che quello di sabato 26 non sarà l’unico momento di piazza contro questa sciagurata guerra, proponiamo di pensare a degli appuntamenti fissi, un’assemblea permanente (Tenda della Pace?!?), con reali momenti di confronto capaci di andare oltre sterili dichiarazioni di intenti per trovare anche qui da noi reali momenti di condivisione. Per noi la priorità è costruire un’Europa finalmente solidale e in pace, un disegno che in questi lunghi 70 anni è rimasto promessa incompiuta. Un’Europa smilitarizzata dall’Atlantico agli Urali, di pace, di sicurezza per tutti, di libertà e di democrazia.

Un’Europa allargata ed aperta al mondo, dove le alleanze siano una collocazione culturale, di emancipazione collettiva, di condivisione di un progetto globale di pace. Tutto questo significa dire “Sì alla pace” e “No alla guerra”: dalle Valli trentine al mondo, e ritorno. Lottare contro le disuguaglianze e le ingiustizie, per la pace e il benessere di tutte e tutti, significa tutto questo.

PER ADERIRE: scriveteci su Facebook o mandate una mail a forum.pace@consiglio.provincia.tn.it

Sottoscrizioni (in aggiornamento)
Forum trentino per la pace e i diritti umani,
Movimento Nonviolento,
Associazione 46° Parallelo
CGIL,
CISL,
UIL,
ACLI,
Arci,
Associazione Ubalda Bettini Girella,
PD del Trentino,
Futura,
Arcigay del Trentino,
Sinistra Italiana,
Centro pace ecologia e diritti umani di Rovereto,
Europa Verde del Trentino
Udu Unione degli Universitari Trento
Rete degli Studenti Medi di Trento
GTV Gruppo Trentino di Volontariato
Italia-Nicaragua ODV
Collettivo transfemminista queer Trento
Quilombo Trentino
CAVA Coordinamento Associazioni della Vallagarina per l’Africa
CNCA (coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza) del Trentino Alto Adige
Auser del Trentino
Gruppo Trentino con Mimmo Lucano
Deina Trentino
Unimondo.org
Non Una Di Meno Trento
Agedo del Trentino
Libera Trentino
Mediterranea saving humans – sede di Trento
Anpi del Trentino
UNITiN rete degli universitari del Trentino
Noi San Carlo APS
Associazione Alba Chiara
Sportello Antidiscriminazioni Trento
Gioventù Federalista Europea – sezione di Trento
Presidio universitario Celestino Fava di Trento
Associazione Taiapaia (Valsugana)
Partito della Rifondazione Comunista del Trentino
Emergency Gruppo Trento
Erasmus Student Network di Trento
Medici con l’Africa Cuamm Trentino

Farete
Centro per la Cooperazione Internazionale
Atas
Partito Socialista Italiano
Commissione Pari Opportunità tra donna e uomo


Appello dell’Assemblea del Forum sull’Ucraina

Meglio un anno di trattative che un giorno di guerra”*

Venerdì 18 febbraio si è formalmente riunita l’Assemblea del Forum trentino per la pace e i diritti umani.

Nel corso della riunione si è, tra le altre cose, discusso della preoccupante crisi Ucraina. In tale frangente l’Assemblea del forumpace ha condiviso la seguente posizione.

Come cittadine e cittadini italiani e europei assistiamo ad una preoccupante escalation della tensione tra la Russia, gli Stati Uniti e la Nato ai confini dell’Europa.

Una tensione nella quale, allo stato attuale, nessuno dei contendenti esclude l’eventualità del ricorso alle armi con il grosso rischio che possa evolvere in conflitto armato, anche nucleare. Tutto questo avviene in un clima di forte corsa al riarmo da parte di tutte le Nazioni del Mondo che rischia di portare ulteriore tensione invece che garanzia di pace futura.

Siamo convinti che ci sia ancora speranza di poter risolvere la crisi con la diplomazia, il dialogo, la politica e quindi riteniamo si debba tentare l’impossibile.

Questa contesa parla un linguaggio che è estraneo all’umanità e al buon senso.

Non c’è nessuna supremazia che sia desiderabile mantenere, non c’è nessuna posizione di potenza che sia giusto perseguire.

La strada per la pace c’è sempre. Si chiama equa distribuzione delle risorse, disarmo, sicurezza condivisa e multilateralismo.

Per questo motivo l’Assemblea del Forumpace intende chiedere alle istituzioni politiche trentine di rappresentare presso il nostro Governo la nostra forte preoccupazione e la pressante richiesta di prendere iniziative significative e urgenti da una posizione di neutralità attiva, per ottenere una de-escalation immediata della tensione e avviare la ricerca di un accordo politico negoziato nel rispetto della sicurezza e dei diritti di tutte le popolazioni coinvolte come chiesto da Rete italiana Pace e Disarmo.

Per noi neutralità attiva significa che il nostro Governo:

  • dichiari l’indisponibilità dell’Italia alla partecipazione al conflitto ritirando i militari oggi schierati nell’Europa orientale;
  • formalizzi la propria contrarietà all’ulteriore estensione ad Est della Nato;
  • avvii una nuova politica estera basata sul multilateralismo.

Anche in questo frangente, oltre che alla nostra Provincia, ci rivolgiamo ai Comuni del nostro territorio perché si attivino in messaggi e azioni di solidarietà nei confronti dei Sindaci delle città dei territori contesi tra Ucraina e Russia per attivare reali ponti di dialogo dal basso al fine di cercare di creare un continente unito e solidale.

Riteniamo che non solo l’Italia, ma l’Europa tutta debba lavorare per riuscire finalmente ad avere una voce unica per fare da ponte di dialogo, sempre da posizione di neutralità attiva.

Richiamiamo l’appello lanciato nei giorni scorsi dal Movimento Pacifista Ucraino: La guerra è un crimine contro l’umanità. Pertanto, siamo determinati a non sostenere alcun tipo di guerra e impegnati per l’eliminazione di tutte le cause di guerra.”.

In questi giorni in cui anche noi saremo in piazza per urlare il nostro NO ALLA GUERRA ricordiamo che la strada maestra è quella dell’impegno quotidiano per promuovere in ogni territorio una profonda e radicata cultura della pace, dei diritti umani e della nonviolenza.

l’Assemblea del Forum trentino per la pace e i diritti umani

il Presidente Massimiliano Pilati

(*cit. Alexander Langer)

Abitare la Terra 2030

Abitare la Terra 2030? è stato il primo appuntamento con cui i partner che sostengono Abitare la Terra – il Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani e CSV Trentino assieme a Tremembè odv – intendono lavorare insieme alle associazioni e alle persone delle loro reti e che sono entrate in contatto con Abitare la Terra in questi anni per pensare e trasformare questo strumento.

Il mondo della comunicazione – digitale, di progetto, come strumento di costruzione di reti – è in movimento. È cambiato e continua a cambiare. Siamo sempre più colpiti da notizie e informazioni, ma spesso lo siamo in modo casuale, compresso, frammentato, anche negli ambiti che più ci interessano. 

Anche il mondo dell’attivismo, delle associazioni, è in trasformazione: la mobilitazione delle persone è più diluita, la militanza assume forme nuove, fluide, intrecciate tra di loro. La generazione Z ha mostrato questo cambiamento più di quelle che la hanno preceduta: ragazze e ragazzi impegnate nel locale per affrontare le questioni che il mondo ci pone, attive e attivi fuori e a prescindere dalle forme dell’associazionismo. 

La pandemia ha aperto definitivamente la porta all’utilizzo del digitale per  seguire iniziative anche lontanissime e ha trasformato il nostro modo di stare insieme, sia per mobilitarci che per frequentare la vita sociale delle nostre comunità.

Serve lavorare per rinnovare strumenti come Abitare la Terra, stimolando processi capace di adattare tanto gli strumenti quanto le reti che danno forza al mondo dell’attivismo alle nuove esigenze organizzative e della comunicazione.

Tutto questo nel contesto dell’Agenda 2030: “rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile” è la traccia che l’Obiettivo 17 ci mette davanti. Scegliere la partnership come metodo d’azione collettiva per cambiare le nostre abitudini e il nostro modello di sviluppo. 

Questo il report che abbiamo scritto dopo l’incontro del 4 agosto: lo trovate nella sua versione integrale e in quella di sintesi.

Presto, prestissimo, ci rivedremo. Ne abbiamo tutt* bisogno.

Beyond Borders: i Balcani raccontati da Quilombo Trentino e Operazione Colomba

Frontiere e migrazioni. Di questo parleranno Pietro Maffezzoli, volontario di Quilombo Trentino, Sara e Maddalena, volontarie di Operazione Colomba.

L’occasione è il secondo episodio di Beyond Borders: interviste oltre i confini d’Europa, una serie di appuntamenti promossi da Operazione Colomba per raccontare le migrazioni e il lavoro di volontari e volontarie oltre i confini dell’Unione Europea.

Mercoledì 31 marzo, dalle 17.30 in diretta Facebook su Operazione Colomba e Quilombo Trentino e sul canale YouTube di Operazione Colomba, la giornalista Nicole Corritore (Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa) dialogherà con loro sulle loro esperienze e sulle prospettive per i Balcani occidentali e le isole dell’Egeo orientale, dove le due organizzazioni realizzano iniziative di solidarietà nei confronti di attivisti locali e di chi attraversa quelle rotte per arrivare in Europa.

Beyond Borders: interviste oltre i confini d’Europa

Beyond Borders è un’iniziativa di Operazione Colomba per portare la voce di volontarie e volontari, operatori e operatrici che vivono e lavorano ai confini della Fortezza Europa.

La prima intervista di questo ciclo porta il racconto di Eleonora Selmi, ostetrica e operatrice di Medici Senza Frontiere attiva a Lesbo da novembre 2019, in dialogo con Maddalena Landi. Il suo progetto si concentrava nella clinica pediatrica e di maternità attiva dentro al campo di Moria: in particolare, si occupava – insieme ad alcune ostetriche locali – delle donne in gravidanza e non solo, operando sempre a stretto contatto con il reparto di salute mentale attiva nel campo.

Nel novembre 2019, Moria – che poteva ospitare fino a 2.000 persone – ne ospitava 13mila: a marzo 2020, i migranti presenti a Moria erano oltre 20mila.

A Lesbo, Medici Senza Frontiere gestisce una clinica pediatrica fuori dal campo di Moria che offre assistenza sanitaria di base e sostegno alla salute mentale ai minori e servizi di salute sessuale e riproduttiva alle donne incinte.

Dopo l’incendio di Moria, Eleonora Selmi ha visto anche la nascita del nuovo campo, Kara Tepe e racconta come l’intera valle sia un luogo dove le persone tentano di sopravvivere, in condizioni degradanti, dove gli episodi di violenza sono all’ordine del giorno.

In quel contesto – e non solo – Medici Senza Frontiere ha effettuato 7.400 sedute individuali di salute mentale, 46.600 visite ambulatoriali, 11.600 vaccinazioni.

La rotta balcanica e noi

La rotta balcanica rimane la principale via d’accesso all’Europa per migranti e richiedenti protezione internazionale provenienti dalla Turchia: in quella regione, non trova soluzione la crisi umanitaria in atto, con Governi locali incapaci o privi della volontà di far fronte alla situazione e un’Unione Europea che appare comunque distaccata.

La situazione nei Balcani.

I Balcani sono un passaggio obbligato nella rotta migratoria che dalla Turchia e dalla Grecia porta all’Europa settentrionale e occidentale, reso ancora più inevitabile dalla progressiva chiusura della rotta mediterranea e dall’assenza di passi in avanti verso il superamento del modello della Fortezza Europa

“La rotta balcanica, ufficialmente chiusa dal 2016, in realtà ha continuato ad esistere ed essere attiva, cambiando i Paesi di transito. Così se l’Ungheria ha blindato il confine, le persone hanno intrapreso strade nuove per provare ad arrivare in Europa”.

Così scriveva Francesca Scappini su Atlante delle Guerre e dei Conflitti nel descrivere la rotta balcanica ancora a gennaio scorso.

Questa situazione continua a rimanere tragica: nella regione, sono circa 20mila le persone in stallo, continuamente rimbalzate tra una frontiera e l’altra. Una situazione resa ancora più grave dalla pandemia in atto e dall’uso strumentale che ne viene fatto dai governi della regione: “A Sarajevo la polizia da giorni sta confinando i migranti in un centro di detenzione alla periferia della capitale. Vengono bloccati lungo le strade e trasportati a forza. La prossima settimana analoghi rastrellamenti verranno condotti nell’area di Bihac, al confine con la Croazia”.

A questo aspetto, poi, se ne affianca un altro: i Balcani sono e rimangono una delle regioni più instabili, dal punto di vista geopolitico, del mondo. La loro vicinanza distorce spesso questa percezione ma sappiamo bene quanto gli equilibri tra gli Stati di quella regione siano fragili: la pressione – sociale e politica – e la crisi umanitaria acuiscono le tensioni interne ed esterne agli Stati, aumentando in maniera considerevole attriti mai risolti.

Per rimanere aggiornati su quanto avviene nei Balcani, seguite Lungo la rotta balcanica.

Il ruolo dell’Italia.

L’Italia ha un ruolo diretto in questa emergenza: “il governatore del Friuli Venezia Giulia, la regione italiana che confina con la Slovenia, ha dichiarato che nel 2020 le persone riportate in Slovenia sono state 1.321. Tra gennaio e settembre del 2019, secondo il ministero dell’interno, erano state solo 250”. 

A luglio scorso, nel corso di un’interrogazione parlamentare, l’allora Sottosegretario al Ministero degli Interni Achille Variati, ad una richiesta di chiarimenti circa le pratiche di respingimento informale da parte dell’Italia verso la Slovenia, affermava “le procedure informali di riammissione in Slovenia vengono applicate nei confronti dei migranti rintracciati a ridosso della linea confinaria italo-slovena, quando risulti la provenienza dal territorio sloveno, anche qualora sia manifestata l’intenzione di richiedere la protezione internazionale”. 

In seguito la Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha fatto marcia indietro dichiarando che solo le persone senza documenti in regola, e non i richiedenti asilo, vengono riportati in Slovenia. Per questi respingimenti, il 18 gennaio 2021 il Viminale è stato condannato dal Tribunale di Roma: la Giudice, nella sua ordinanza, scrive infatti che 

“Lo Stato italiano non avrebbe dovuto dare corso ai respingimenti informali in mancanza di garanzie sull’effettivo trattamento che gli stranieri avrebbero ricevuto [in Croazia, ndr] in ordine al rispetto dei loro diritti fondamentali, primi fra tutti il diritto a non subire trattamenti inumani e degradanti e quello di proporre domanda di protezione internazionale”. 

Non solo: aggiunge che il ministero “era in condizioni di sapere” delle “vere e proprie torture inflitte dalla polizia croata”. A questi profili, poi, si aggiunge la pratica – documentata – dei respingimenti a catena che riportano i migranti e le migranti a ritroso lungo la rotta balcanica.

Allo stesso modo, l’Organizzazione Internazionale sulle Migrazioni (IOM) ancora lo scorso febbraio denunciava i respingimenti e le espulsioni di massa da parte degli Stati membri e dell’Unione Europea ai suoi confini esterni. L’IOM, in particolare, ricorda anche che questo genere di azioni sono proibite dal diritto internazionale ed europeo, condannando “nei termini più forti gli abusi su rifugiati e migranti su qualunque confini”.

Continua la raccolta fondi di Ipsia del Trentino.

Il 17 febbraio Ipsia del Trentino insieme a CGIL del Trentino, Uil del Trentino, CISL del Trentino, Arci del Trentino, Caritas del trentino e ACLI Trentine aps hanno dato vita a SOS Bosnia – raccolta fondi per la rotta balcanica.

L’appello è rivolto alla cittadinanza trentina e ha lo scopo di sostenere i migranti e le migranti che si trovano in condizioni disumane lungo tutta la rotta balcanica.

La somma raccolta verrà usata per realizzare cinque ricoveri temperati lungo la rotta balcanica che potranno ospitare al massimo 50 persone ciascuno (100 in periodo no COVID). Qui profughi e rifugiati potranno ripararsi dalle intemperie e ricevere un primo ristoro.