Il Forum deve restare autonomo

IL FORUM DEVE RESTARE AUTONOMO

Preoccupazioni e rettifiche in merito alla proposta di emendamento  della legge istitutiva del Forum

 

Aggiornamento: l’emendamento ha suscitato polemica e discussione e, anche a seguito di una nostra presa di posizione, è stato poi successivamente ritirato dal Consigliere Cia.

 

Nei giorni scorsi, la presentazione di un emendamento all’articolo 14 del disegno di legge n. 60, Assestamento del bilancio di previsione della Provincia autonoma di Trento per gli esercizi finanziari 2020-2022, attualmente in discussione presso il Consiglio Provinciale, ha posto in discussione le competenze, il funzionamento e le risorse del Forum trentino per la pace e i diritti umani, organismo permanente istituito con legge provinciale 10 luglio 1991, n. 11 (“Promozione e diffusione della cultura della pace”), come strumento incardinato presso lo stesso Consiglio e chiamato a mantenere vigile l’attenzione sui temi della pace, dei diritti umani, della solidarietà tra i popoli e delle modalità non violente di risoluzione dei conflitti.
L’emendamento, proposto dal consigliere Claudio Cia (AGIRE per il Trentino), promuove una serie di modifiche alla legge 11/1991 volte a ridurre l’autonomia progettuale e gestionale del Forum, subordinandone estesamente l’operatività all’autorizzazione preventiva del Consiglio Provinciale.

A commento della proposta, gli organi di stampa hanno inoltre riportato dichiarazioni del consigliere Cia che risultano gravemente lesive della reputazione del Forum.

Queste circostanze hanno determinato la convocazione d’urgenza, in via informale, di una riunione video del Consiglio della Pace, che si è svolta ieri sera con il coordinamento del presidente Massimiliano Pilati. Nell’occasione, i partecipanti hanno ribadito la scelta irrinunciabile del confronto, del dialogo e della discussione democratica come metodo e valore portante del Forum: si intende quindi trasmettere al consigliere Cia e al presidente del Consiglio Walter Kaswalder l’invito ad avviare un tavolo di confronto, aperto alla comunità, che possa offrire un’occasione reale per ripensare le politiche della pace in relazione alle sfide poste dalle recenti e gravissime crisi internazionali e da vecchie e nuove forme di conflittualità, comportamenti d’odio e violenza verbale.
Lasciando agli organi competenti il giudizio sull’ammissibilità dell’emendamento in relazione alla legge di bilancio, ci preme, d’altra parte, rettificare tempestivamente ogni affermazione diffamatoria emersa nel dibattito sollecitato dalla tornata consiliare in corso. Va rimarcato che fino ad oggi è mancata qualsiasi possibilità di incontro e ascolto diretto tra il consigliere Cia e il direttivo del Forum; è nostro auspicio invece poter contare su un più assiduo scambio con la compagine consiliare dentro e fuori dall’aula.

Chiarimenti sul mandato e l’organizzazione del Forum
Ci preme in primo luogo sottolineare l’importanza che il nostro territorio ha sempre dato, in coerenza con i principi costituzionali, al ripudio della guerra, alla promozione dei diritti umani, delle libertà democratiche e della cooperazione internazionale, riconoscendo nella pace un diritto fondamentale dei popoli e al contempo favorendo l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, in ottemperanza al principio di sussidiarietà da sempre al cuore della nostra Autonomia.
Il Trentino, ad evidenza, non è l’Onu, ma siamo fermamente persuasi che sia fondamentale difendere le grandi conquiste democratiche e mettere la cultura del dialogo, della pace e del rispetto dei diritti umani al centro dell’agire politico e sociale fin nel nostro più piccolo Comune. Per questo motivo la nostra Provincia fin dal 1991 ha ravvisato la necessità di dotarsi di strumenti autonomi capaci di sviluppare dialogo, di costruire percorsi di cittadinanza consapevole e attiva nonché di consigliare e dove necessario richiamare, anche criticamente, le stesse istituzioni al rispetto di quella cultura dei diritti evocata fin dall’art. 2 dello Statuto Speciale Trentino Alto Adige.
Per esercitare questa funzione consultiva è dunque necessario che il Forum mantenga la propria autonomia e indipendenza nelle forme previste dalla legge istitutiva, che peraltro è già chiara anche nel definirne gli obblighi nei confronti del Consiglio Provinciale. Ci risulta infatti di difficile comprensione la richiesta di assoggettare il Forum ad un maggiore controllo amministrativo, dal momento che ogni nostro atto passa già, doverosamente, dagli uffici di Via Manci 27. La legge prevede inoltre che del Consiglio della Pace facciano parte il Presidente del Consiglio Provinciale (Walter Kaswalder), due consigliere provinciali di minoranza (Lucia Coppola, Sara Ferrari) e una di maggioranza (Mara Dalzocchio); è membro di diritto infine anche il Presidente della Giunta Provinciale che, solitamente, delega l’Assessore competente (in questo caso Mirko Bisesti). Il Forum della Pace si pone dunque come una realtà trasversale, unica in Italia, dove le istituzioni siedono allo stesso tavolo assieme al mondo delle associazioni e ad altri enti presenti sul territorio (comuni, università, fondazioni museali, scuola…) per concorrere collegialmente alla creazione di percorsi e iniziative attinenti alla promozione e diffusione della cultura della Pace.

Precisazioni in merito al bilancio del Forum
Vogliamo inoltre smentire categoricamente ogni illazione che l’analisi dei bilanci del Forum trentino per la pace e i diritti umani suggerisca un’evoluzione della sua funzione verso una sorta di ufficio di collocamento.
Per lo sviluppo delle proprie attività, il Consiglio della Pace ha fatto la scelta di investire una parte del proprio budget per un dipendente che faciliti la realizzazione delle linee politiche decise dal direttivo secondo criteri di efficacia ed efficienza. Nel rispetto della normativa sugli incarichi, la modalità utilizzata è quella del comando: l’operatore in servizio presso il Forum non è quindi una persona assunta dall’esterno, ma un dipendente pubblico già assunto da altra amministrazione il cui stipendio, pari al costo lordo di un funzionario pubblico inquadrato al livello D base, viene pagato dal Forum. Nello specifico si tratta di Riccardo Santoni, stimato educatore professionale regolarmente assunto dal Comune di Trento attraverso concorso pubblico nel 2004, che coordina le attività del Forum trentino per la pace e i diritti umani da gennaio 2017. Lo scarto economico evidenziato dal consigliere Cia rispetto al bilancio 2016, come risulta dalla tabella allegata, è dettato unicamente dal fatto che la precedente operatrice in comando al Forum è rimasta presso questo organismo solo per i primi mesi dell’anno, trasferendosi poi presso altro servizio provinciale.

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Smentiamo con forza l’interpretazione del consigliere Cia secondo cui l’aumento contingente delle spese relative al personale avrebbe determinato una riduzione dell’impegno del Forum nell’organizzazione di eventi ed iniziative.
A fronte di un finanziamento costante di 70.000 euro, nell’anno in cui il Forum ha avuto a disposizione una dipendente solo per pochi mesi, la voce di spesa “Spese per organizzare eventi ed iniziative” risulta bensì molto più alta che nelle annate successive; tuttavia, la presenza costante di un dipendente si è dimostrata molto efficace proprio rispetto alla necessità dell’ente pubblico di contenere la spesa, come attesta la tabella che registra le attività annuali del Forum disponibile sul sito del Forum.

La tabella mostra chiaramente come le attività siano nettamente aumentate rispetto al 2016, in cui, come specificato, il Forum ha potuto contare su una dipendente solo per alcuni mesi. La presenza continuativa di un dipendente qualificato permette infatti di moltiplicare i momenti di sensibilizzazione nelle scuole e di tessere reti di collaborazione fra associazioni, istituzioni e territori. In questo modo è possibile organizzare eventi che non richiedono l’attribuzione di incarichi (inevitabilmente onerosi) a gestori esterni, ma si sviluppano invece attraverso la condivisione virtuosa tra diversi soggetti pubblici e privati di risorse umane e materiali, di contatti, di competenze. In questi anni, l’incremento del lavoro di rete è stato perseguito proprio con attenzione al contenimento della spesa pubblica, tanto è vero che a fronte di un finanziamento rimasto costante nel tempo il numero e l’impatto delle attività svolte è stato sensibilmente maggiore.
In conclusione, riteniamo pleonastico sottolineare come la legge istitutiva del Forum trentino per la pace e i diritti umani non abbia certo voluto attribuire a questo organismo l’obiettivo di risolvere crisi e conflitti internazionali. Il nostro mandato è di promuovere una cultura di pace ed è quanto ci impegniamo a fare attraverso sistematiche azioni di sensibilizzazione e attraverso una molteplicità di progetti volti a favorire la coesione sociale nei nostri territori, con particolare attenzione ai giovani e alle periferie. Un sostanziale ripensamento della natura e delle prerogative del Forum metterebbe naturalmente in questione la volontà e l’entusiasmo con cui tante e tanti, nel Consiglio della Pace, prestano gratuitamente il proprio tempo e le proprie energie nella convinzione di contribuire, nelle dimensioni che ci sono proprie, al bene comune.