Una Repubblica che ripudia la guerra

Ieri, alla vigilia del 75° anniversario del referendum del 2 giugno, Festa della Repubblica, Francesco Filippi ricordava sui suoi profili una frase di Nilde Iotti, Madre Costituente e Presidente della Camera dal 1979 al 1992:

Questa Repubblica si può salvare. Ma, per questo, deve diventare la Repubblica della Costituzione.

Alla Costituzione bisogna guardare per celebrare questa giornata.

Ripudio, dice la Treccani, è il rifiuto di conservare come proprio qualcosa che ci appartiene. Dopo le due guerre mondiali, l’Assemblea Costituente ha discusso tantissimo per trovare questa parola. La prima proposta, infatti, era un’altra: “L’Italia rinunzia alla guerra come strumento di conquista”. Poi si è passati attraverso la “condanna” della guerra. Rinuncia, poi condanna, poi ripudio: un passaggio che sembra piccolo ma che voleva sottolineare la scelta di allontanarsi da un passato guerrafondaio e, allo stesso tempo, di condannarlo. 

Una scelta, quella del ripudio, che ha bisogno di essere sempre rinnovata.

Pace non è soltanto assenza di guerra: è ancora una volta la Costituzione a indicare un percorso quando collega pace e giustizia. L’articolo 11 è stata la porta per far entrare nel nostro ordinamento regole e principi che hanno reso più forti le libertà e i diritti affermati in Costituzione. Per dare concretezza a pace e giustizia, la Costituzione promuove le organizzazioni internazionali, in una logica di cooperazione.

“Il 2 giugno festeggiamo la Repubblica democratica. Noi vogliamo portare la nostra aggiunta nonviolenta affinchè sia anche disarmata, strumento di pace che ripudia la guerra (articolo 11)”.

Comunicato stampa del Movimento Nonviolento in occasione della Festa della Repubblica 2021

Lo abbiamo scritto e lo ripetiamo oggi: le spese militari che sostiene il nostro Paese ogni anno non sono in linea con questi principi né con il sentiero tracciato dalla nostra Costituzione.

Pace, giustizia e istituzioni solide: queste le fondamenta su cui la nostra Repubblica della Costituzione è stata costruita, questi i pilastri e le direzioni che il mondo ci suggerisce e impone. L’Agenda 2030, troppo spesso ridotta a mero feticcio, pone con fermezza questi tre riferimenti alla base dell’Obiettivo 16: il ripudio della guerra, dalla Costituzione ad oggi, non come gesto formale né come retorica ma come scelta consapevole, necessaria e quotidiana per raggiungere lo sviluppo e la giustizia sociali.

Dal globale al locale, tutto questo trova concretezza nella legge provinciale n. 11 del 10 giugno 1991, quella che ha dato vita al Forum. I nostri obiettivi rimangono gli stessi: costruire buone pratiche e stimolare la riflessione tanto nella politica quanto tra le comunità con cui lavoriamo. Su questo si fonda la Repubblica della Costituzione.